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“A tre anni dalla terribile siccità e degli altri eventi calamitosi del 2017 sono in pagamento il 3% (1.127.300,11) dei 38milioni stanziati. Quasi 600 giorni di attesa nei quali gli imprenditori agricoli sardi hanno subito perdite per altre calamità”.
Questa la denuncia di Coldiretti Sardegna che oggi, insieme a mille agricoltori, ha manifestato la propria rabbia davanti alla sede di Argea a Cagliari, dopo essere partita da Piazza del Carmine.
“Non va certo meglio con il Programma di sviluppo rurale. Del settennio 2014 – 2020 (siamo nel 2019) sono stati effettuati pagamenti per il 41%: 529.496.009 su 1.291.010.417 del piano finanziario. A un anno dalla scadenza mancano da spendere 761.514.408 mila euro”, sottolineano.
“Nella misura investimenti 4.1, – aggiungono – siamo fermi al 29%, mentre quella per i giovani agricoltori (solo la presentazione delle domande è stato un calvario) siamo al 35%. Un mondo lento, fatto di paradossi al limite del ridicolo che sta soffocando e mietendo vittime tra le imprese agricole sarde già allo stremo per la remunerazioni delle produzioni in molti settori sotto i costi di produzione”.
“La situazione è insostenibile – ha commentato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Quella di oggi è stata un’azione dimostrativa, un preavviso, una campana che speriamo non debba essere accompagnata da altre”.
“La burocrazia è nemica dell’agricoltura e non può e non deve dettare i tempi perché altrimenti le campagne sarde saranno davvero disseminate di croci – ha aggiunto il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Sta alle persone, quindi a chi ha responsabilità istituzionale renderla umana, amica delle aziende e farla camminare allo stesso passo della vita quotidiana. Le nostre proposte sono nei tavoli in cui si decide il destino delle migliaia di persone che ancora credono nella terra, sta a loro metterle in pratica”.
A detta di Coldiretti, solo 400 aziende su circa 20mila hanno beneficiato del ristoro delle calamità naturali del 2017 (IL 45,5% nella provincia Nuoro Ogliastra).
“Paradossi purtroppo all’ordine del giorno nel Psr (Programma di sviluppo rurale), dove succede anche che le domande siano bloccate perché quando si istruiscono, le carte di identità sono scadute (ovviamente non quando sono state presentate) o si blocchino i premi perché l’applicativo (una macchina), nonostante l’azienda rispetti tutti i requisiti, segnala erroneamente una anomalia. Tradotto in euro (caso concreto) sono 22 mila euro non ricevuti”, questa ancora la loro denuncia.
A loro modo di vedere, ci sono altre riforme urgenti da portare avanti. “Come quella del Super Caa – ha ricordato Cualbu – presente tra l’altro nel programma della nuova Giunta. Riteniamo sia fondamentale per sburocratizzare il sistema garantendo ai produttori gli auspicati tempi certi e quindi uno snellimento procedurale sostanziale. Non necessita di alcun cambiamento organizzativo in nessuna struttura, ma conferisce solo diversi ruoli ai CAA che, liberando carta e impegni burocratici ad Argea ed altri Enti che potranno dedicarsi con più efficacia ed efficienza, ad altri importanti compiti istruttori”.
“Ribadiamo inoltre la necessità – queste le parole di Saba – dell’introduzione di un sistema di valutazione da parte delle aziende agricole stesse del servizio erogato dalle agenzie agricole. Cosi come nelle grandi aziende sarebbe auspicabile un servizio di "customer satisfaction" realizzato da una azienda terza, dando la possibilità agli imprenditori agricoli di poter dare il proprio giudizio sulla loro efficienza ed efficacia e alla pubblica amministrazione gli strumenti per poter migliorare e potenziare le prestazioni".