"Papà è il mio eroe, è morto come è sempre vissuto: aiutando gli altri". Sono le parole commosse di Valerio Vargiu, figlio 23enne di Maurilio, l'ispettore della Polizia di Stato di 51 anni ucciso sabato mattina dal cognato Giampriamo Piras, di 58, che era andato a calmare dopo un tentativo di suicidio.

Questa mattina a Soleminis, comune alle porte di Cagliari, si sono celebrati i funerali solenni, presenti il vicecapo della Polizia Luigi Savina, già questore di Cagliari, il prefetto Giuliana Perrotta e il questore Danilo Gagliardi. La chiesetta del paese si è subito riempita e la folla si è raccolta anche all'esterno.

Tanti amici, tanti conoscenti della famiglia e tantissimi poliziotti che conoscevano bene Maurilio e apprezzavano le sue qualità.

"L'amore vince nel sacrificio di Maurilio - ha detto l'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, nella sua brevissima omelia - e di tutti gli uomini e le donne che sanno pensare prima agli altri e poi a se stessi. Non è una sconfitta, ma un cammino di speranza".

A suscitare commozione sono state le parole dei figli dell'ispettore, Valerio e Federica. "Abbiate la forza di risolvere qualsiasi criticità familiare - è l'appello lanciato da Valerio - la vita è troppo breve per portare rancore".

E Federica si è detta "orgogliosa di essere sua figlia. Ha sempre allontanato da noi tutte le cose brutte - ha ricordato la ragazza - Sono felice che ci siano tutti questi poliziotti, mio padre era orgoglioso di far parte della Polizia di Stato".

Un grande applauso ha accompagnato le parole dei figli di Maurilio, così come un lunghissimo applauso ha accompagno il feretro, avvolto nella bandiera tricolore, fuori dalla chiesa.