Non ci sono più dubbi sull'identità del cadavere trovato in un pozzo a ridosso della strada provinciale 56 Lotzorai-Talana e neanche sul fatto che si tratti di un omicidio: Mosé Cao, il 58enne di Lotzorai scomparso il 18 settembre scorso a Tortolì, è stato ucciso con due proiettili sferici, probabilmente esplosi da un fucile da caccia caricato a pallettoni, che lo hanno colpito al petto e alla testa.

E' quanto emerge dall'autopsia effettuata all'ospedale di Lanusei, su disposizione della Procura, dal medico legale Matteo Nioi, affiancato da un biologo per il prelievo dei tessuti che serviranno ad analizzare il Dna di Cao. Esame quasi superfluo: i tatuaggi sul corpo e le protesi dentarie sono stati infatti riconosciuti dai parenti e dal dentista di fiducia dell'uomo.

L'anatomopatologo si è preso 60 giorni di tempo per i risultati istologici che dovranno anche stabilire con certezza la data della morte, mentre gli esami del Dna arriveranno entro un mese. Mosé Cao da anni era coinvolto in vicende legate al traffico di droga e ultimamente lavorava nei cantieri comunali di Lotzorai. Aveva subito una condanna a 13 anni nel processo scaturito dall'operazione Aurora, relativa a un traffico internazionale di stupefacenti.

Tanti i procedimenti pendenti per l'operaio e sempre per reati di droga, l'ultimo nel 2017 legato all'operazione Point Break. L'omicidio, secondo gli inquirenti, potrebbe essere maturato proprio negli ambienti del traffico di stupefacenti. Subito dopo la sua scomparsa, la pm Giovanna Morra aveva aperto un fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti: ora, dopo il ritrovamento del cadavere, si procede per omicidio volontario.

Il 58enne era scomparso il 18 settembre a Tortolì, dove era stato accompagnato da un amico al quale aveva riferito di avere un appuntamento. Interrogato dagli inquirenti, l'uomo non avrebbe saputo aggiungere nulla di più. Dopo mesi di silenzio, lunedì pomeriggio l'avvistamento del cadavere nel pozzo vicino alla provinciale da parte di una cercatrice di funghi.

Recuperato dai vigili del fuoco, sul corpo in avanzato stato di decomposizione era ben visibile un colpo di arma di fuoco sul petto. Riconoscibili anche i vestiti, gli stessi che l'uomo indossava il giorno della sparizione.