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Continua il grido di dolore e richiesta di verità sulla tragica morte di Marco Mameli, il giovane di 22 anni di Ilbono ucciso la notte del 1° marzo a Bari Sardo. A rilanciare l’appello è la sua fidanzata, Cristina Amadori, che con due "storie" sui social ha espresso tutta la sua rabbia e il suo dolore, chiedendo a gran voce che chi sa parli.
“Marco non è morto… Marco è stato ucciso”, scrive Cristina. “Senza un perché, in pochi minuti è diventato tutto un incubo, perché qualcuno pensa di essere padrone della vita altrui. Vogliamo che chi ha visto e chi sa parli subito”, conclude, accompagnando il messaggio con l’hashtag #GiustiziaperMarco.
Nella prima "storia" che pubblica è ancora più diretta, un atto di accusa contro il silenzio che avvolge l’omicidio di Marco: “Basta con questo comportamento omissivo!”, si legge in caratteri cubitali. “Siete tutti coinvolti, chi ha visto e chi sa deve parlare per restituire un briciolo di dignità e giustizia, non solo a una famiglia devastata e distrutta, ma a un’intera comunità lacerata dal dolore. C’è un assassino in libertà che deve essere fermato. Fate la cosa giusta, aiutateci”.
A quasi tre settimane dall’omicidio, le indagini proseguono, ma finora nessuno è stato formalmente accusato per la morte del giovane. Unico indagato è Giampaolo Migali, 27 anni di Girasole, che si sarebbe autoaccusato del ferimento di Andrea Contu, amico di Marco, avvenuto la stessa sera. Sul delitto Mameli, però, regna ancora il silenzio.