"Ciao Marcolino, vedi? C'è una marea di gente che ti vuole bene e che formula per me frasi che non riesco a esprimere. Io so solo che provo un dolore immenso e tanta rabbia e questo proprio non mi va giù perché tu dovevi essere qui per l'anima buona che avevi. Se tutti fossero stati come te, questa tragedia non sarebbe mai accaduta". Sono parole toccanti quelle di Simona Campus, madre di Marco Mameli, il giovane operaio 22enne di Ilbono ucciso a coltellate nella notte tra l’1 e il 2 marzo durante i festeggiamenti del carnevale a Bari Sardo, in Ogliastra.

"Eravamo tanto fieri di te, ti stavamo insegnando a volare e tu ci stavi riuscendo benissimo, ma non dovevi volare così alto, non così lontano da noi da non poterti più vedere, sentire, abbracciare, stringere. Dicono che ora sei un angelo, ma è su questa terra che c'è bisogno degli angeli e non ce li possono strappare via con questa brutalità che non riesco a perdonare - prosegue la madre di Marco, distrutta dal dolore -. Dacci la forza di sopravvivere alla tua assenza, noi non smetteremo mai di amarti e di cercare giustizia per te che sei andato via con la voglia di restare. Ti amiamo, per sempre", conclude Simona Campus.

Un delitto ancora senza indagati

A 25 giorni dall'omicidio, nessun sospettato è stato identificato, ma la ferocia del crimine è un fatto certo: l'autopsia condotta dai medici legali Michela Laurenzo e Danilo Fois ha confermato che Marco è stato colpito da almeno due coltellate, una delle quali mortale, che ha trapassato il suo cuore. L'attenzione si concentra attualmente sui dettagli della tragica notte, con testimonianze frammentarie e potenziali rivelazioni nelle immagini delle telecamere di sorveglianza. Tuttavia, un muro di silenzio persiste. Nonostante qualcuno sappia e qualcuno abbia visto, nessuno si fa avanti per parlare.