Sono trascorse oltre due settimane dall'omicidio di Marco Mameli, l'operaio 22enne di Ilbono accoltellato mortalmente durante i festeggiamenti del Carnevale a Bari Sardo lo scorso 1 marzo. Nonostante gli sforzi investigativi, l'assassino rimane ancora senza nome.

IL DELITTO

La sera del 1 marzo, tra le 22 e le 23, in via Santa Cecilia a Bari Sardo, al culmine di una violenta lite fra due gruppi di giovani di paesi diversi, Mameli è stato colpito da tre coltellate che non gli hanno lasciato scampo. Un'azione violenta fulminea consumatasi mentre la musica dei carri allegorici che avevano animato la sfilata rimbombava ancora per le vie del centro.

L'esame autoptico eseguito sulla salma del giovane ha rivelato che la vittima non ha avuto possibilità di difendersi, sottolineando la brutalità dell'aggressione. Tre fendenti: uno al cuore, uno al fegato e uno al costato. Ferite causate da una lama di grandi dimensioni.

Nei giorni successivi, le forze dell'ordine hanno repertato un arma che potrebbe essere quella usata per il delitto. Sul coltello rinvenuto dagli inquirenti potrebbero essere individuate tracce utili per l'identificazione del colpevole.

L'AMICO FERITO

Al momento, nonostante le decine di giovani ascoltati dagli inquirenti, non ci sono indagati per l'omicidio. Il 26enne di Girasole Giampaolo Migali è costituito ed è sotto inchiesta per il ferimento di Andrea Contu, 26enne amico di Mameli, avvenuto durante la medesima rissa.

Migali, che si è detto estraneo all'omicidio, ha sostenuto di aver agito per difendersi e si è poi avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio.

I FUNERALI

La comunità di Ilbono ha manifestato profondo cordoglio per la perdita di Marco. Durante i funerali, celebratisi il 15 marzo sella parrocchia di San Giovanni Battista, una folla commossa ha accompagnato la famiglia nel dolore. Un momento toccante è stato l'addio del cavallo di Marco, Ebano, che è stato condotto dagli amici al cospetto della bara durante il corteo funebre.

Durante l'omelia, il vescovo di Nuoro e Lanusei monsignor Antonello Mura ha tuonato rivolgendosi alla nutrita platea di fedeli: "La vita non è uno scherzo neanche a Carnevale. Inutile negare che sono giorni cattivi dai quali usciamo tutti divisi, una festa ha esaltato la violenza anziché la gioia e la condivisione. Violenza ancora una volta facilitata dalle armi di ogni tipo, che continuano a circolare con una disarmante naturalezza".

E rivolgendosi al responsabile dell'omicidio, il vescovo Mura ha proseguito: "Chiediamo a questo volto sconosciuto: chi sei, dunque? Rivelati, per favore. Rivelandoti ci aiuterai a credere che nonostante le vie storte, c'è sempre la possibilità di recuperare quelle diritte".

LA FAMIGLIA

La madrina di Marco, Serena Lai, ha lanciato attraverso i social un accorato appello alla comunità ogliastrina, specialmente ai giovani, affinché chiunque abbia informazioni utili si faccia avanti: "Se avete visto, se sapete: vi imploriamo, parlate".

Un invito che si aggiunge a quelli della madre di Marco, Simona Campus, e della fidanzata Cristina, che nei giorni scorsi avevano esortato chiunque sia a conoscenza di dettagli rilevanti a collaborare con le autorità: "Col vostro silenzio siete complici".

IL SILENZIO

Diciotto giorni dopo quella serata di dolore, la comunità di Ilbono e l'intera Ogliastra attendono giustizia per Marco Mameli. Le indagini del commissariato di Tortolì e della Procura di Lanusei proseguono, ma il silenzio e l'omertà rischiano di ostacolare la ricerca della verità. È fondamentale che chiunque abbia informazioni utili si rivolga alle autorità competenti, affinché si possa dare un volto e un nome all'assassino e offrire alla famiglia di Marco la giustizia che merita.