La Procura di Tempio ha disposto il dissequestro del Geovillage, al quale tre settimane fa erano stati apposti i sigilli a conclusione dell'inchiesta per turbativa d'asta che aveva portato agli arresti domiciliari l'imprenditore Gavino Docche, ideatore e fondatore del resort di Olbia che comprende un albergo, impianti sportivi e uffici, e il figlio Fabio, anche lui imprenditore, ultimo gestore del complesso immobiliare.

La notizia è stata anticipata dai quotidiani locali.

La Procura ha disposto anche la restituzione della struttura ai curatori fallimentari, indicando l'opportunità di procedere rapidamente a un affitto temporaneo in attesa di una vendita definitiva, nel timore che questa non possa avvenire agevolmente se il Geovillage dovesse restare chiuso ancora a lungo. Nell'inchiesta erano finiti anche il direttore del Cipnes (il consorzio industriale proprietario dell'area), Aldo Carta, sospeso per un anno dalle sue funzioni, e il notaio romano Vittorio Occorsio, che è stato denunciato.

Il blitz della Guardia di Finanza. Lo scorso 10 maggio le fiamme gialle di Olbia, su disposizione del procuratore di Tempio Gregorio Capasso, avevano dato esecuzione all’ordinanza di arresti domiciliari per i fondatori del Geovillage, noto complesso immobiliare cittadino. Ovvero Gavino e Fabio Docche, padre e figlio. Con la stessa ordinanza era stato disposto anche il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili del valore stimato in circa 60 milioni di euro. I finanzieri avevano apposto i sigilli a terreni, campi da calcio e tennis, un centro nuoto, un palasport, un albergo, una club house ed aree urbane ed uffici in tre diverse torri. Era stato disposto anche il sequestro delle partecipazioni che gli indagati avevano in altre società.