I carabinieri del comando provinciale di Nuoro, ieri mattina, nel corso dell'udienza tenutasi al Tribunale dei minori di Sassari, hanno permesso di chiarire il giallo relativo alle telefonate e i tabulati che sembravano essere scomparsi dalle carte relarive all'inchiesta sugli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala.

Gli inquirenti hanno recapitato al pm Roberta Pischedda un'informativa in risposta alla tesi sostenuta nell'udienza precedente dagli avvocati Agostinangelo Marras e Angelo Merlini, difensori di Paolo Pinna, il 19enne di Nule accusato assieme al cugino Alberto Cubeddu, 21enne di Ozieri, di aver ucciso Monni e Masala e di aver fatto sparire il cadavere di quest'ultimo.

Nell'informativa dell'Arma sono contenute sia le trascrizioni delle conversazioni telefoniche tra il super teste Alessandro Taras, suo fratello ed un investigatore, sia i tabulati delle utenze telefoniche dei fratelli Taras. Nel corso di una delle telefonate, Taras denunciava ad un investigatore le minacce ricevute dal fratello da parte dello zio paterno di Pinna, Francesco. 

L'uomo, residente a Nule, secondo quanto riportato nelle dieci pagine di informativa aveva parlato di: "spiacevoli conseguenze cui sarebbe potuto incorrere il fratello Alessandro se avesse testimoniato il giorno dopo davanti al Gip del Tribunale dei minori e del Tribunale ordinario di Nuoro durante gli incidenti probatori riguardanti gli omicidi di Stefano Masala e Gianluca Monni".

La parola passerà alla difesa di Pinna nel corso della prossima udienza, prevista per il 23 febbraio. In quell'occasione, probabilmente, gli avvocati Marras e Merlini entreranno anche nel merito di quanto emerso negli ultimi giorni dalle indagini condotte dalla Procura di Nuoro. Secondo il sostituto procuratore Emanuela Porcu, infatti, fu Cubeddu a sparare a Monni la mattina dell'8 maggio 2015. Nell'ordinanza che portò in carcere Pinna, però, proprio questo veniva indicato come esecutore dell'omicidio di Gianluca Monni. La famiglia Monni è difesa dagli avvocati Rinaldo Lai, Antonello Cao e Margherita Baragliu.