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Ancora un omicidio in Sardegna. Dopo neanche una settimana dalla morte dell'allevatore di Orune, ucciso a coltellate, in un altro centro del Nuorese viene sparso sangue. Il teatro del delitto, stavolta, è Noragugume, dove ieri sera è stato trovato il corpo senza vita di Luigi Cherchi, 67enne allevatore, fratello di Luigi e Salvatore, uccisi nel '98 nell'ambito della sanguinosa faida che investì il paese.
Cherchi è stato ammazzato a colpi di fucile intorno alle 19,30, poco distante dalla sua azienda che si affaccia sulla provinciale 33. L'allevatore è stato freddato mentre usciva dal suo podere, a bordo della sua auto. Era sceso dal mezzo per chiudere il cancello quando è stato raggiunto da due o forse tre fucilate. Il killer lo attendeva, nascosto tra la folta vegetazione.
Il 67enne è stramazzato al suolo e l'assassino si è allontanato dal posto indisturbato. A lanciare l'allarme alcuni allevatori di rientro in paese, che hanno rinvenuto il corpo dell'uomo riverso a terra. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Ottana e quelli del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Nuoro.
Setacciate le campagne circostanti per cercare tracce dell'assassino, che vista l'ora in cui ha agito potrebbe essere arrivato da lontano. Tutto lascia pensare a un omicidio legato all'antica faida iniziata a cavallo fra gli anni Novanta e Duemila, quando morirono i due fratelli dell'allevatore. Un quarto fratello, Giulio, era stato condannato per un omicidio riconducibile alla stessa, ed è morto lo scorso anno.
L'ultimo delitto affiancato alla faida era stato sei anni fa, quando Giampietro Argiolas venne trovato senza vita a poche centinaia di metri da dove è stato rinvenuto il corpo di Cherchi. Gli investigatori hanno ascoltato per tutta la notte alcuni allevatori, che hanno terreni confinanti a quello della vittima. Restano aperte tutte le ipotesi.
L'omicidio potrebbe essere legato anche a fatti più recenti, che non avrebbero nulla a che vedere con la faida. La sindaca di Noragugume, Rita Zaru, ha commentato la vicenda: "Quello che è accaduto è terribile, hanno colpito un uomo inoffensivo e con lui tutta la comunità - ha raccontato alla Nuova Sardegna -. Stiamo lavorando per risorgere e voltare pagina".
"Vogliamo uscire da un'immagine che ormai non ci appartiene più - ha sottolineato - e lo stiamo facendo attivandoci per portare iniziative e finanziamenti in grado di rilanciare l'economia. L'auspicio è che non vediamo identificati con un passato che riteniamo superato".
"Non nego la gravità degli avvenimenti - precisa -, quelli di oggi e quelli del passato e condanno gravemente qualsiasi gesto di disprezzo della vita, ma ora più che mai è mio dovere schierarmi dalla parte sana di questa comunità. La parte che lotta ogni giorno per scucirsi la lettera scarlatta dal petto col marchio "faida". Devo stare dalla parte di chi ha scelto di lavorare per la luce e non per le tenebre", conclude.