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"I genitori di Dimitri Fricano nulla sanno in merito al ritrovamento dell'orologio Rolex e della somma di 500 euro e dunque non risulta vera la circostanza secondo la quale sarebbero stati a loro restituiti tali oggetti".
Lo dicono all'ANSA Alessandra Guarini e Roberto Onida, i difensori del giovane di 30 anni di Biella, unico indagato per l'omicidio della compagna Erika Preti, 28 anni, uccisa domenica scorsa due coltellate alla gola in una villetta di San Teodoro, dove erano in vacanza.
I legali di Fricano, ferito anche lui al braccio con un'arma da taglia e con un ematoma alla testa, precisano ancora: "Dai provvedimenti di sequestro in nostro possesso, non abbiamo evidenza del ritrovamento dei 500 euro e del Rolex, mentre abbiamo evidenza del ritrovamento di un orologio marca Omega. Ritrovamento che ci è stato notificato oggi con un decreto di convalida di sequestro".
Il giovane è ancora ricoverato all'ospedale di Olbia, dove risulta essere stato sottoposto ad un'accurata visita del medico legale, incaricato dalla Procura di Nuoro di valutare se le ferite riportate siano compatibili con la sua ricostruzione, secondo cui la coppia sarebbe rimasta vittima di un'aggressione a scopo di rapina.
Una versione che non convince tuttavia gli inquirenti. Il procuratore di Nuoro Andrea Garau, titolare dell'inchiesta, e i carabinieri della Compagnia di Siniscola e del Nucleo investigativo di Nuoro, vagliano tutte la ipotesi, anche se la pista privilegiata resta quella del femminicidio.
Decisivo, oltre all'esame sulle ferite di Fricano, anche l'esito di tutti gli accertamenti medico-legali conseguenti all'autopsia già effettuata sul corpo della ragazza. Ma anche le eventuali tracce di Dna rinvenuto sulla scena del delitto, in particolare sul coltello da cucina usato per uccidere Erika e ritrovato nella villetta.
La salma di Erika Pretti è stata cremata e le ceneri della sono ripartite ieri per Biella. I funerali saranno celebrati sabato mattina nella chiesa della Santissima Trinità a Pralungo.