Si mostra collaborativo ma cade spesso in contraddizione, insomma, non c'e' una ''versione unica, coerente e logica''. Cosi' il tenente colonnello Antonio Fiorillo, comandante del Nucleo operativo del Comando provinciale di Sassari descrive Angelo Frigeri, 32anni, disoccupato di Tempio Pausanuia, ritenuto il responsabile della strage di due giorni fa nel capoluogo della Gallura.

L'uomo, interrogato anche nel pomeriggio di carabinieri e dal procuratore capo di Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi, e' disoccupato e si arrangiava a fare diversi lavoretti per campare anche a casa di Giovanni Maria Azzena e della moglie, Giulia Zanzani e del piccolo Pietro, 12enne. Ma sembra vivesse anche di piccole truffe insieme alla vittima, che sembra non avesse una vita proprio trasparente, secondo i militari. ''Si tratta di un episodio che si inquadra in vicende d'usura che avevano riguardato la vittima", ha spiegato il pm Fiordalisi che ha tranquillizzato la citta' e la Gallura: "Non c'e' alcun serial killer che gira per Tempio".

Ed e' proprio tra l'usura e le truffe, forse un ''affare andato male'', che sarebbe maturato l'efferato triplice omicidio di sabato pomeriggio. Frigeri infatti non aveva bisogno di sotterfugi per entrare in casa degli Azzena ed e' durante una discussione con l'amico che quasi certamente e' scoccata la scintilla che ha fatto scattare la furia omicida. Ma sembra che Frigeri non abbia agito da solo e le sue contraddizioni potrebbero essere dovute al fatto che 'copre' dei complici. Intanto l'autopsia sembra aver chiarito che i tre sarebbero morti per soffocamento, strangolati con dei cavi elettrici e che abbiano ricevuto diversi colpi (comunque non mortali) con un corpo contundente.

I due corpi piu' straziati sono quelli di Giovanni Maria Azzena e della moglie Giulia, mentre l'assassino, o gli assassini, sembra che abbiano usato meno violenza sul 12enne, che potrebbe essere morto per primo. Domani proseguiranno gli interrogatori, sia a Tempio Pausania per alcuni sospettati, che a Sassari nel carcere di Bancali per Angelo Frigeri, che quando e' uscito dalla caserma dei carabinieri di Tempio e' stato bersagliato di insulti dai suoi stessi concittadini. Tempio e' una citta' ancora sotto shock: il capoluogo della Gallura, patria del sughero e del granito, del carnevale piu' famoso della Sardegna non ricorda a memoria d'uomo episodi cosi' cruenti.

Il sindaco, Romeo Frediani , si e' detto ''sconvolto soprattutto per l'efferatezza dell'omicidio del piccolo Pietro'', cosi' come il parroco don Francesco Tamponi, che aveva come chierichetto proprio il 12enne ucciso. ''Nessuna ragione ne tantomeno una giustificazione'', ha detto il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias mons. Sebastiano Sanguinetti.