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Si chiama Antonio Perra, ha 41 anni, sarebbe lui secondo i Carabinieri (che in queste ore stanno lavorando incessantemente sul tragico omicidio di Adolfo Musini) ad aver aiutato il suo “amico”, Eugenio Corona, 40enne, reo confesso dell’assassinio del pensionato 88enne, residente in piazza Valsassina.
Ieri sera, durante la conferenza stampa al Comando Provinciale in via Nuoro, i Carabinieri hanno rivelato dettagli macabri e orrendi su quello che è accaduto al primo piano della palazzina dove l’anziano abitava da solo. I fatti sono abbastanza noti, domenica sera i Vigili del Fuoco, allertati dai vicini di casa, entrano nell’appartamento di Adolfo Musini (in alto, nella foto) e scoprono il cadavere del poveretto riverso sul pavimento in un lago di sangue. Sul posto intervengono anche i Carabinieri del Nucleo Investigativo e Operativo, con i colleghi del Ris, il medico legale Roberto Demontis e il magistrato, Guido Pani. I riscontri investigativi portano ad una terribile verità: Musini non è morto per un incidente domestico ma bensì è stato ucciso, colpito ripetutamente al cranio da un paio di cesoie.
La rapina andata male
Cosa è accaduto nei giorni scorsi al primo piano tra via Lucania e piazza Valsassina è come ricostruire un puzzle, circostanziato da storie di droga, da persone senza scrupoli che ammazzano per raccattare poche centinaia di euro. E’ ciò che è accaduto in questa terribile vicenda, per la quale Eugenio Corona, 41 anni, vicino di casa dell’anziano trovato morto, è l’indiziato numero 1: i Carabinieri lo cercavano dalla sera stessa in cui è stato ritrovato il corpo senza vita di Musini, lo hanno fermato lunedì mattina e interrogato in via Nuoro senza sosta. Ha ammesso di aver usato le cesoie per colpire alla testa l’88enne e di essersene disfatto buttandole dentro un tombino. Corona infatti, con problemi di droga alle spalle, avrebbe agito proprio per rapinare il suo dirimpettaio, arrampicandosi sulle tubazioni esterne della facciata per poi entrare dalla portafinestra che ha forzato. Una volta dentro l’appartamento del pensionato, sarebbe nata una violenta colluttazione tra i due, con il tragico epilogo: la morte di Musini.
Il complice
Corona, dopo aver ammazzato l’anziano, avrebbe trovato ospitalità per l’appunto da un complice, Antonio Saba, per il quale in queste ore sono al vaglio le ipotesi di favoreggiamento nella drammatica vicenda di sangue di Is Mirrionis. C’è un’altra pista che non sfugge ai militari dell’Arma, il ferimento (tentato omicidio) di Ivaldo Marci, il 63enne accoltellato e ridotto in fin di vita nella sua casa di via Podgora, (è ancora ricoverato al Businco), circostanza nelle prime ore di lunedì mattina, anche lui vittima di una tentata rapina compiuta forse proprio da Eugenio Corona, in cerca di soldi per la droga.
L’autopsia
Quest’oggi al Policlinico di Monserrato sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Adolfo Musini e si cercherà dunque di capire quando esattamente è morto, ucciso per i colpi di cesoia infertigli alla testa proprio da Corona, reo confesso. Una storia orrenda, con personaggi senza scrupoli che hanno seminato terrore nel rione: Corona non era nuovo a comportamenti pericolosi, addirittura pare che più volte l’anziano ucciso lo avrebbe aiutato dandogli dei soldi. Non ha pensato però quel ragazzo che ha aiutato avrebbe reagito con un raptus di follia omicida cagionandogli la morte.