La richiesta di riaprire l'istruttoria per riesaminare una lunga serie di prove, ad iniziare dalle analisi del Dna presente sul nastro adesivo con cui fu legata la vittima, era arrivata nel corso della precedente udienza di sette giorni fa, da parte della difesa di Francesco Rocca.

L'avvocato Mario Lai aveva parlato per cinque ore, tessendo la propria trama difensiva davanti alla giuria popolare chiamata a confermare o ribaltare la sentenza di primo grado.

Secondo la tesi della difesa - già avanzata in un'altra precedente udienza dall'altro avvocato difensore Angelo Manconi - la condanna del dentista di Gavoi deriva da un'istruttoria incompleta, basata su testimonianze inattendibili e su prove non certe.

Di qui la richiesta di rivalutare molte delle prove su cui è stata formulata la sentenza di primo grado. A partire dalle tracce di Dna presenti sui pezzi di nastro adesivo con cui il killer legò la vittima.

L'udienza di ieri mattina è durata solo pochi istanti, il tempo di prendere atto della decisione del pg Gabriella Pintus di non replicare alle tesi sostenute dai legali della difesa di Rocca.

Poi, dopo tre ore di camera di consiglio, la decisione di riaprire l'istruttoria e la convocazione dei testimoni Antonio Contu e Giovanna Cualbu per la prossima udienza fissata per il 7 novembre.