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Si è chiusa l'indagine sull'omicidio di Erika Preti, la giovane uccisa in Sardegna dal fidanzato, Dimitri Fricano, il 12 giugno scorso. In questi giorni, con la consegna della perizia degli specialisti del Ris di Parma intervenuti nella villetta di San Teodoro (in cui si era consumato l'omicidio), sono stati ricostruiti gli ultimi momenti di vita della ventottenne aggredita a coltellate durante un litigio per futili motivi, poi presa per i capelli, trascinata per la stanza e quindi sgozzata con un secondo coltello da cucina.
L'accusa a carico di Fricano è dunque di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà, oltre che di simulazione di reato, per aver inscenato una rapina mai avvenuta. In un primo momento, infatti, Fricano aveva dichiarato di essere stato aggredito da un rapinatore, che, dopo aver ucciso Erika l'avrebbe colpito con un sasso.
Solo oltre un mese e mezzo dopo l'assassino era crollato e il 22 luglio aveva confessato davanti al procuratore di Biella Teresa Angela Camelio. Il magistrato di Nuoro, Andrea Garau, che ha coordinato le indagini, avrebbe deciso di chiedere il processo immediato, saltando quindi l'udienza preliminare per velocizzare i tempi processuali.
Ancora da stabilire invece la strategia difensiva affidata all'avvocato biellese Alessandra Guarini e a Roberto Onida di Olbia. Fricano è recluso nel carcere di Ivrea.