Verrà sottoposto ad una perizia psichiatrica per verificare se al momento del fatto era in grado di intendere e volere, Dimitri Fricano, il giovane di 30 anni di Biella reo-confesso dell'omicidio della fidanzata Erika Preti, 28 anni, uccisa il 12 giugno scorso in una villetta di San Teodoro, dove la coppia era in vacanza.

Lo ha deciso oggi il gup del tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu, nella prima udienza del processo con rito abbreviato, quindi a porte chiuse, a carico dell'imputato. I difensori Alessandra Guarini e Roberto Onida hanno sollevato una serie di eccezioni sulla nullità di alcuni atti della Procura, in particolare intercettazioni telefoniche e ambientali.

Il giudice, dopo due ore di camera di consiglio, ne ha accolta solo una, quella per lo stralcio delle intercettazioni coperte da segreto professionale. Su tutte, peraltro, c'è stata l'opposizione del Pm Riccardo Belfiori e degli avvocati di parte civile della famiglia Preti, Lorenzo e Chiara Soro. Presenti in aula i genitori di Erika, Fabrizio Pretti e Tiziana Suman, che hanno assistito all'udienza in silenzio, pietrificati dal dolore.

L'accusa per Fricano è di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà, oltre che di simulazione di reato per aver inscenato una rapina mai avvenuta. Soltanto dopo più di un mese e mezzo dal delitto, il giovane era crollato e il 22 luglio aveva confessato l'omicidio davanti al procuratore di Biella Teresa Angela Camelio. Da allora è recluso nel carcere di Ivrea.

Il Pm Andrea Garau qualche mese fa aveva chiesto per lui il giudizio immediato, superato poi dalla richiesta del rito abbreviato dei difensori del giovane. L'udienza è stata aggiornata a giovedì 22 marzo quando il giudice conferirà l'incarico al perito psichiatrico.

 

IL DOLORE DEI GENITORI DI ERIKA Un dolore composto e silenzioso quello dei genitori di Erika, Fabrizio Preti, 53 anni, e Tiziana Suman di 52, separati da qualche anno ma affiatati e determinati nel voler cercare giustizia per la fine drammatica della loro unica figlia.

Un dolore che non impedisce di accogliere col sorriso chiunque si avvicini a loro durante una pausa del processo a porte chiuse contro il fidanzato della giovane, Dimitri Fricano, reo confesso del delitto.

"Erika era la nostra bambina non meritava di fare la fine che ha fatto, siamo qui perché vogliamo giustizia: il nostro auspicio è che Dimitri sia condannato alla massima pena", dice la mamma Tiziana parlando con l'ANSA. "Mai avremmo immaginato di perdere nostra figlia a 28 anni, ma soprattutto in questo modo terribile - racconta poi il papà Fabrizio - mai un segnale che Dimitri potesse essere un violento, che potesse aver alzato le mani qualche volta su nostra figlia, mai abbiamo visto segni sul suo corpo, né abbiamo notato che ci potessero essere problemi così gravi".

Il genitore ricorda che il ragazzo era sempre affettuoso e premuroso verso la figlia. "La chiamava sempre con qualche vezzeggiativo, come 'la mia chicca' o 'il mio amore'. Quello che è successo a San Teodoro è totalmente inspiegabile per noi", ribadisce il padre. "Io penso che episodi di violenza tra di loro non ce ne siano mai stati prima di quel maledetto giorno - si inserisce mamma Tiziana - almeno mi auguro che fosse così, perché veramente non ci siamo mai accorti di niente". La Sardegna era l'isola delle vacanze per Erika e i suoi genitori, ora è il luogo del dolore.

"Venivamo qui da anni - conferma Fabrizio Preti - questa è una terra bellissima ma ora è legata per sempre al nostro dolore, al luogo dove abbiamo perso nostra figlia. Un dolore che ci ha sconvolto e segnato per sempre, una ferita che non potremmo mai rimarginare".