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Parte delle perizie sui telefonini e un tablet sequestrati a due indagati nell'inchiesta per gli omicidi di Gianluca Monni e di Stefano Masala, sono state consegnate agli avvocati e al pm Andrea Vacca nel corso dell' incidente probatorio, in Tribunale a Nuoro, davanti al Gip Mauro Pusceddu.
Attraverso l'analisi del consulente Giancarlo Rosa, l'accusa cerca la 'prova madre' nei confronti di Alberto Cubeddu, il giovane di 21 anni di Ozieri ritenuto responsabile dei due delitti assieme al cugino Paolo Enrico Pinna, 18 anni di Nule, per il quale è già stato deciso il processo con giudizio immediato: la prima udienza è fissata per il 19 dicembre nel tribunale dei minori di Sassari (all'epoca delle contestazioni il ragazzo non aveva ancora raggiunto la maggiore età).
Diversa la posizione di Cubeddu, su cui il magistrato sta raccogliendo tutti gli elementi probatori per accertare la sua colpevolezza. Figura di cerniera, secondo l'accusa, Piergiorgio Massaiu, indagato 'tecnico' per i suoi contatti telematici con i cugini Pinna e con Cubeddu.
Il perito ha estrapolato sms, dialoghi sui social, video e foto scambiati tra il gruppetto: circa 13mila tra messaggi e immagini sequestrati nei vari apparecchi.
Ora sono stati depositati i contenuti estratti dai due telefonini e da un tablet presi a Pinna, manca ancora invece il contenuto completo delle conversazioni del cellulare sequestrato a Massaiu.
Tutto è atteso in aula nella prossima udienza fissata per il 12 gennaio 2017.
Presenti oggi in occasione dell'incidente probatorio i genitori e il fratello di Gianluca Monni - lo studente 19enne ucciso l'8 maggio 2015 a Orune per vendicare un'offesa - il padre e i fratelli di Stefano Masala - il 29enne di Nule scomparso la sera prima dell'omicidio di Monni e mai più rientrato a casa - assistiti dai rispettivi avvocati.