La decisione della Corte d'appello di Sassari che ha rigettato l'istanza di ricusazione del Gip di Nuoro presentata dai difensori di uno dei due arrestati, ha permesso lo svolgimento dell'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta sugli omicidio di Gianluca Monni e Stefano Masala.

In un'udienza molto tesa, è stato ascoltato nel pomeriggio di ieri a Nuoro l'allevatore Alessandro Taras, il testimone di 39 anni che il 9 maggio 2015 avrebbe assistito all'incendio dell'auto di Masala nelle campagne di Pattada da parte di Alberto Cubeddu, il 21enne di Ozieri in carcere assieme al cugino Paolo Enrico Pinna, di 18, per il duplice omicidio.

Erano presenti il Pm Andrea Vacca e i difensori di tutte le parti in causa - Sergio Milia (Taras), Caterina Zoroddu (famiglia Masala), Margherita Baragliau, Rinaldo Lai e Antonello Cao (parenti Monni), Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli (Cubeddu) - oltre a tutti i familiari di Masala, il padre, le due sorelle e il fratello.

L'allevatore ha confermato quanto detto nel verbale del 14 aprile 2016. Ovvero che il 9 maggio 2015 era stato chiamato da Cubeddu per accompagnarlo a bruciare una macchina di notte nelle campagne di Pattada, e lui ci è andato.

L'uomo ha anche confermato di aver realizzato solo pochi giorni dopo che si trattava della Opel Corsa di Stefano Masala, quando i fatti sono diventati di dominio pubblico. Ha poi ribadito che per mesi si è tenuto per sè questo peso ma poi ha deciso di parlare.

Soddisfatti dell'esame gli avvocati delle famiglie Monni e Masala. Perplessi, invece, dal racconto di Taras i legali di Alberto Cubeddu, secondo i quali l'allevatore non ha dato una versione precisa di quella notte, tanti - hanno sottolineato - i 'non ricordo' alle domande dei due difensori del giovane di Ozieri.