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I legali difensori di Pietro Paolo Pinna, il 18enne di Nule ritenuto uno dei due presunti responsabili dei delitti dello studente 19enne di Orune Gianluca Monni, e del 29enne di Nule Stefano Masala hanno depositato nel tribunale dei minori di Sassari la richiesta di revoca del decreto del giudice che ha disposto il giudizio immediato per l'imputato, minorenne all'epoca dei fatti, con un'udienza fissata per il 24 novembre.
Lo ha fatto sapere l'avvocato Agostinangelo Marras - che con Angelo Merlini difende Pinna - a margine dell'incidente probatorio che si è svolto stamani nel tribunale di Nuoro, per l'affidamento dell'incarico per gli accertamenti irripetibili sugli apparecchi informatici sequestrati a Pinna e a un altro indagato.
"Riteniamo che se c'è un incidente probatorio in corso - ha detto il legale - ancorché disposto in un procedimento connesso (l'accusa cerca la prova madre per la responsabilità del 21enne di Ozieri Alberto Cubeddu, altro imputato dei due delitti, ndr) dimostra che le prove sono tutt'altro che acquisite. E se la prova non è evidente vengono meno i presupposti della norma per celebrare il giudizio immediato".
Il giudice Mauro Pusceddu, nel corso dell'incidente probatorio, ha affidato l'incarico e il materiale da analizzare al perito informatico Giancarlo Rosa sugli apparecchi informatici sequestrati a Pinna e Piergiorgio Massaiu - indagato tecnico nell'inchiesta - che avrebbe avuto dei contatti sia col minorenne che con Cubeddu. Apparecchi da cui verranno estrapolati tutti gli sms, i messaggi sui social, i video e le foto relativi alle conversazioni tra i due imputati e tra questi due e altri indagati a vario titolo.
L'udienza è stata quindi aggiornata al 28 novembre, quando il perito dell'accusa Giancarlo Rosa e i periti di parte, discuteranno in aula gli esisti degli accertamenti. La richiesta dell'incidente probatorio è arrivata dal Pm Andrea Vacca secondo il quale da queste conversazioni potrebbero arrivare prove schiaccianti a carico di Alberto Cubeddu.
E sempre a margine dell'incidente probatorio, a cui hanno partecipato anche i genitori e i fratelli di Gianluca Monni e di Stefano Masala, arriva un nuovo disperato appello di Marco Masala, padre di Stefano, rivolto ai legali di Pinna e Cubeddu.
"Se gli avvocati hanno famiglia e se hanno una coscienza, si facciano dire dai loro assistiti dove si trova il corpo di mio figlio".
"Dal punto di vista umano e professionale comprendo l'angoscia del padre di Stefano Masala - ha risposto l'avvocato Marras - e trovo legittima questa sua richiesta, ma credo che debba essere indirizzata su altri canali".