Non riusciva a sopportare che il suo vicino di podere avesse avuto la meglio su di lui in tribunale riguardo una disputa legata ad appena quattro filari di vigna.

Un niente, una sciocchezza che ha incomprensibilmente innescato una bomba nella testa di Salvatore Caria, 71 anni, di Guamaggiore, che è andato a casa, ha caricato il fucile ed è tornato in campagna con un solo obiettivo.

Quando ha individuato il suo 'avversario' Antonino Pusceddu (ex sindaco del paese) nel terreno confinante col suo ha aperto il fuoco, tre fucilate che hanno centrato la testa, il petto e un finestrino dell'auto di Pusceddu.

Appena il cognato della vittima ha trovato il cadavere, e ha chiamato i carabinieri, è scattata la caccia a Salvatore Caria che mai aveva nascosto il suo astio e il suo rancore nei confronti di Pusceddu.

Intercettato mentre rientrava a casa, ha confessato subito l'omicidio: "Non potevo permettere che un semplice ragioniere l'avesse vinta su di me". Adesso è al Buoncammino con l'accusa di omicidio volontario.