“Stavo bevendo al chiosco, Nico Piras mi ha provocato e dileggiato. Mi sono allontanato e sono andato in un altro chiosco, ma lui mi ha seguito mostrandomi una pistola e dicendomi che mi avrebbe fatto fare la fine di mio padre. Lì ho perso la testa, ho tirato fuori il fucile che avevo addosso e ho fatto fuoco”. Queste le parole di Antonello Piras, il 21enne di Lula che stamattina all'alba si è consegnato ai Carabinieri della compagnia di Bitti confessando di aver ucciso lo zio Nico nella notte tra domenica e lunedì, quando in paese si stavano concludendo i festeggiamenti per le Cortes Apertas.

Ad ascoltare la sua confessione il pm della Procura di Nuoro Ireno Satta e il maresciallo Giovanni Ciancilla. Antonello Piras si è presentato in caserma accompagnato dai suoi due avvocati, Francesco Mossa e Giovanni Colli: con lui c'erano anche la madre Giampiera Calia e la sorella.

Il giovane era rientrato a Lula lo scorso fine settimana per le Cortes Apertas: per tutta l'estate aveva lavorato come cameriere in Costa Smeralda. Grazie alla sua confessione, si è appreso che l'arma del delitto non è una pistola ma un fucile: finora nelle ricostruzioni si era parlato di due colpi di pistola all'addome, fatali per la vittima perchè hanno compromesso diversi organi interni.