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Gli avvocati degli imputati minorenni G.C. e C.N. hanno tutti richiesto il rito abbreviato; l’avvocato di quest’ultimo, Gianfranco Siuni, lo ha condizionato ad una perizia che accerti il livello di immaturità per il suo assistito; si cerca di attenuare sempre più, una condanna certa, con riduzioni di pena e giustificazioni. Anche per i maggiorenni è quasi certo i difensori opteranno per il rito abbreviato con uno sconto di pena, già in partenza, di un terzo. Intanto il sesto imputato, Nicola Caboni, a cui era stata contestata la soppressione di cadavere, ha preso le distanze dagli altri e ha già patteggiato una pena di quattro anni.
Intanto sui media incominciano ad essere resi pubblici gli aspetti inquietanti dell’omicidio, tratti dalle intercettazioni, dagli interrogatori, dalle confessioni, dalle conferme scaturite dall’autopsia e dagli esami dei RIS e si scoprono situazioni inquietanti, macabre, criminali, alla stregua delle trame dei peggior racconti di cronaca nera, i particolari del modo in cui Christian Fodde ha inferto al povero Manuel il primo colpo con intento omicida.
L’avvocato Gianfrancesco Piscitelli, legale della famiglia paterna del povero Manuel, sentito da Sardegna Live, ci riferisce: “Il papà di Manuel, Corrado, è precipitato in uno stato psico-fisico grave ed è sottoposto alle cure di specialisti; dopo aver avuto un atteggiamento di quasi incoscienza e totale silenzio nell’immediatezza del fatto, è ora esploso con rabbia e non si da pace: conosceva gli “amici” di Manuel che l’hanno assassinato, conosceva la ragazza che era stata anche fidanzata con Manuel prima di mettersi con il Fodde: urla la sua voglia di vendetta ma la cerca tramite pene esemplari che affida alla Giustizia. Anche la nonna paterna, Maria Salaris ha rotto il proprio doloroso silenzio e mi ha pregato di far giungere ai media ed ai Giudici il suo pensiero “ è inammissibile che con il rito abbreviato questi assassini ottengano sconti di pena dopo che hanno premeditato lucidamente l'assassinio di mio nipote! Queste belve hanno distrutto due famiglie, hanno portato all'aggravamento dello stato di salute di mio figlio, padre di Manuel e alla disperazione la madre; non posso neanche pensare che i loro genitori fra pochi anni possano riabbracciare i loro figli e che loro possano rifarsi una vita serenamente, mentre a noi questo diritto è stato negato per sempre.” … ed ha parole molto dure per la ragazza minorenne, ritenendola l’artefice di tutto.
Non ho ancora detto ai miei assistiti che il processo minorile non permette la costituzione di parte civile e che quindi non potrò far valere le mie tesi accusatorie con veemenza per una condanna esemplare della ragazza minorenne che, anche a mio avviso, ha grossissime responsabilità nella pianificazione dell’omicidio del suo ex fidanzatino, nell’aver aizzato il branco ed in particolar modo il suo attuale fidanzato Christian Fodde, a mio parere manipolandolo.
Ci sono situazioni capaci di tirar fuori dalle persone il peggio di sè. “Il Branco”, nella graduatoria della criminalità, è al livello più basso, peggiore della criminalità organizzata o dei parenticidi. Difatti, il comportamento dei giovani de “Il Branco” li pone fuori da ogni regola sociale e persino al difuori da ogni regola criminale. E’ vero che il singolo,, se non in gruppo può apparire "normale" e senza predisposizione alla violenza, ma è pur vero che, se in gruppo, ci si può lasciar influenzare dall'aggressività del singolo sia per timore di non essere accettati e sia per necessità di formarsi una sia pur distorta identità non ancora posseduta ma confusa con la grande "affermazione di effimera potenza" . Comunque un individuo quando aderisce ad un gr non è concepibile che la "mente", l'artefice dell'agguato e dell'assassinio possa avere attenuanti e persino essere scarcerata prima di aver scontato una pena esemplare. Era lucida e determinata quando si è presentata a casa della mamma di Manuel per depistare eventuali sospetti sulla scomparsa di Manu… ed è stata lei ad attirare il povero Manuel in macchina nella trappola mortale: senza di lei Manuel non si sarebbe fidato. E poi per un mese dopo l'omicidio ha continuato a vivere come se niente fosse, a condurre una normale vita, a postare le foto scherzose sui social”.