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Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Nuoro, coadiuvati da personale delle Compagnie di Bono e Ozieri, hanno arresto Francesco Pinna, nato a Nule, allevatore di 58 anni, zio di Paolo Enrico Pinna e Alberto Cubeddu, già arrestati il 25 maggio scorso in quanto ritenuti responsabili degli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala, avvenuti la mattina dell’8 maggio 2015 ad Orune.
I carabinieri hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nuoro, dott. Mauro Pusceddu.
La figura di Francesco Pinna, che non è coinvolto nell’omicidio, bensì è sottoposto a indagini per il reato di "induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria", è emersa solo successivamente agli arresti del 25 maggio 2016, nel prosieguo delle indagini condotte dai militari, al fine di fare luce su alcuni aspetti della vicenda che, all’epoca, erano rimasti oscuri.
In particolare, nel corso di intercettazioni telefoniche, sarrebbe merso che Francesco Pinna, il 13 giugno 2016, parlando a mezzo telefono con Matteo Taras, avrebbe rivolto gravi minacce al fratello Alessandro Taras, affinché il giorno seguente (14 giugno 2016), nel corso degli incidenti probatori previsti davanti al gip del Tribunale per i Minorenni di Sassari ed il gip del Tribunale di Nuoro, quest’ultimo non rendesse dichiarazioni sfavorevoli per i nipoti.
Alessandro Taras, allevatore 40enne di Ozieri, è il testimone chiave che il 9 maggio 2015 avrebbe assistito all’incendio dell’auto di Masala nelle campagne di Pattada da parte di Alberto Cubeddu, e che per tale fatto è stato indagato di reato connesso (favoreggiamento realizzato mediante l’incendio della vettura in uso a Stefano Masala).
Nonostante le minacce, nel corso degli incidenti probatori, l’allevatore aveva comunque confermato le importanti dichiarazioni che aveva reso ai militari del Nucleo Investigativo di Nuoro il 14 aprile 2016, ovvero che il 9 maggio 2015 era stato chiamato da Cubeddu per accompagnarlo a bruciare una macchina di notte nelle campagne di Pattada, rivelando anche ai giudici circa le minacce ricevute dal PINNA il giorno prima.
Francesco Pinna, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la propria abitazione di Nule in regime di arresti domiciliari, a disposizione delle Autorità giudiziarie mandanti e inquirenti.