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Nella mattinata di venerdì scorso, nell’ambito delle attività d’indagine finalizzate a far luce sugli autori dell’omicidio di Riccardo Muceli, allevatore trentottenne gairese, verificatosi nelle campagne della località “Pelau” di Jerzu lo scorso 12 gennaio, il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Lanusei, titolare delle indagini in questione, ha acquisito, nel corso di un interrogatorio articolato e complesso, numerose informazioni testimoniali da parte del fratello della vittima.
Quest’ultimo, convocato presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Jerzu, è stato ascoltato dagli inquirenti con attenzione per circa cinque ore e, dopo aver ricostruito gli attimi immediatamente precedenti e successivi alla notizia dell’accaduto, ha descritto le abitudini di vita del fratello e le sue frequentazioni in paese.
Nei prossimi giorni, al fine di stringere ulteriormente il cerchio intorno ai responsabili del grave fatto di sangue, saranno svolte ulteriori attività d’indagine e diverse escussioni testimoniali finalizzate anche ad appurare la veridicità di quanto descritto dal fratello di Riccardo Muceli.
L’OMICIDIO Secondo quanto ricostruito, Riccardo Muceli è stato ucciso con due colpi di fucile calibro 12, caricato a pallettoni, esplosi a distanza ravvicinata. L'allevatore 38enne di Gairo è stato sorpreso in auto mentre rientrava a casa dall'ovile.
L'autopsia eseguita oggi dal medico legale Nicola Lenigno, nell'ospedale di Lanusei, ha accertato che ad essere fatale è stato il colpo esploso contro la spalla dell'allevatore: alcuni dei sette pallettoni repertati, sono penetrati nella cassa toracica e nei polmoni provocando poi uno shock emorragico. Uno dei due colpi, invece, ha perforato il braccio sinistro forse alzato dall'allevatore nell'estremo tentativo di difendersi.
La morte non è stata immediata: all'arrivo dei soccorritori, infatti, la vittima era ancora viva.