Aperto a Nuoro in Corte d'Assise il processo per gli omicidi dello studente di 19 anni di Orune Gianluca Monni e del 29enne di Nule Stefano Masala avvenuti fra il 7 e l'8 maggio 2015. Imputato Alberto Cubeddu, di 22 anni, di Ozieri, accompagnato in aula dalle guardie del carcere di Badu 'e Carros.

Il giovane si deve difendere dell'accusa di duplice omicidio volontario premeditato, in concorso con suo cugino, Paolo Enrico Pinna, minorenne all'epoca dei fatti e già condannato dal tribunale dei minori di Sassari a 20 anni di carcere con rito abbreviato.

Per il pm Andrea Vacca, Cubeddu è l'esecutore materiale del delitto dello studente di Orune, freddato a colpi di fucile mentre attendeva l'autobus per andare a scuola. Davanti alla corte, presidente Giorgio Cannas e a latere Antonella Useli Bachitta, l'imputato si è seduto fra i suoi avvocati Mattia Doneddu e Fabrizio Rubiu, che sostituisce Patrizio Rovelli.

In aula anche Francesco Pinna, zio di Paolo Enrico Pinna, a dibattimento per aver minacciato Alessandro Taras, il supertestimone del processo che ha dichiarato di aver assistito all'incendio dell'auto di Stefano Masala (il cui cadavere non è stato mai ritrovato), dopo che i due cugini l'avevano utilizzata per andare a Orune a uccidere Monni.

I difensori di Cubeddu hanno sollevano una serie di eccezioni preliminari, fra cui l'inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali e la genericità e indeterminatezza dell'imputazione. Eccezioni smontate poi dal pm. Il presidente Cannas si è riservato di decidere e ha fissato la prossima udienza per il 13 luglio.

Una udienza affollata quella di qeuesta mattina: presenti i genitori e il fratello di Gianluca Monni, il padre e le sorelle di Stefano Masala, i genitori e le sorelle di Alberto Cubeddu, il padre di Paolo Enrico Pinna. Una udienza che dà inizio alla battaglia legale tra gli avvocati di difesa e parte civile, questi ultimi rappresentati da Margherita Baragliu, Antonello Cao e Rinaldo Lai per la famiglia Monni e Caterina Zoroddu per i parenti di Masala.