E' battaglia nella Corte d'Assise di Nuoro dove si celebra il processo a carico del dentista Francesco Rocca, accusato di essere il mandante dell'omicidio della moglie Dina Dore, avvenuto a Gavoi il 26 marzo 2008. Ieri mattina nell’ultima udienza prima delle ferie estive, i legali di Rocca, Mario Lai e Angelo Manconi, hanno dichiarato alla Corte, presieduta da Antonio Luigi Demuro e a latere Manuela Anzani, che nell'aula nuorese mancano le condizioni di serenità ambientale per andare avanti nel processo, da qui la possibilità di una richiesta di spostamento della sede.

In particolare Lai, dopo i fatti della scorsa udienza, in cui qualcuno dal pubblico aveva urlato "bugiarda" ad Anna Rocca, sorella di Francesco, mentre raccontava che ci sarebbe stato il primo testimone oculare dell'omicidio, ha minacciato di voler chiedere la rimessione del processo, ovvero lo spostamento del dibattimento in un'altra sede "visto che - ha detto Lai - non ci sono le condizioni ambientali e la serenità per andare avanti". Condizioni che, secondo l'avvocato, "potrebbero turbare l'imparzialità dell'intero ufficio giudicante, se verrà scoperto l'autore di quel gesto". Gesto per cui il presidente Demuro ha presentato una segnalazione in Procura.

La precedente udienza, quella di giovedì 10 luglio, era stata piena di colpi di scena: dopo che Anna Rocca aveva raccontato che esisteva il primo testimone oculare dell'omicidio, individuato in Antonio Delitala, 79 anni, di Bolotana. Informazioni raccolte da un confidente e messe a verbale dall'allora commissario di Polizia di Gavoi Giampiero Putzu. Sia Putzu che Delitala sono sono stati sentiti dalla Corte la settimana scorsa: in quell'occasione Delitala aveva riferito di aver visto sì l'assassino, ma nel sogno, cosa che avrebbe poi raccontato a suoi amici di Gavoi mentre pranzava con loro".

Anche su questo punto l'avvocato Lai ha dato battaglia: "non è possibile che un commissario metta a verbale un sogno" ha rimarcato, e ha chiesto di poter risentire in aula il commissario Putzu, cosa che la Corte, però, gli ha negato: il commissario non aveva voluto fare il nome del confidente. Il processo tornerà in aula il prossimo 18 settembre e "massimo entro il 19 - ha spiegato il presidente Demuro - verranno sentiti i restanti testi della difesa. A ottobre sono previste tutte le arringhe.