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Questa mattina, nei laboratori dei Ris di Cagliari, gli esperti hanno svolto gli accertamenti tecnico-scientifici irripetibili sui quattro tappetini auto e su un pugnale in ferro, probabile arma utilizzata per uccidere i fratelli Massimiliano e Davide Mirabello.
Erano presenti gli avvocati Gianfranco Trullu (che difende l’indagato Stefano Mura), Maria Grazia Monni (che tutela Joselito Marras), Maria Elena Caboni (in sostituzione dell’avvocato Patrizio Rovelli) per Michael Marras e il difensore della famiglia delle vittime, Gianfranco Piscitelli. Dai primi accertamenti effettuati però non sarebbe emerso niente di eclatante.
Ieri invece Michael Marras, figlio di Joselito, (entrambi accusati del duplice omicidio) ha chiesto di essere interrogato dal pm e, durante l’interrogatorio, che si è tenuto in videoconferenza tra il carcere di Uta e la Procura della Repubblica di Cagliari, ha confermato le dichiarazioni del padre che lo indicava come estraneo ai fatti. Il ragazzo ha anche fornito al magistrato una sua ricostruzione dei fatti. Il difensore ha preannunciato il deposito di istanza di scarcerazione per il suo assistito.
“Non commento la scelta di Joselito Marras che, come avvocato, rispetto. Infatti l'indagato - dice Gianfranco Piscitelli - analizzando le norme del nostro codice di procedura penale, a fronte delle accuse a lui mosse compie delle scelte: rispondere o non rispondere, o farlo parzialmente, o ancora dire la verità. Ma può anche rispondere - conclude il legale di Caterina Mirabello, Piscitelli - mentendo senza coinvolgere gli altri o mentire citando altri soggetti”.