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Joselito e Michael Marras, 53 e 28 anni, padre e figlio, sono stati condannati a 20 anni di carcere ciascuno per l’omicidio di Davide e Massimiliano Mirabello i due fratelli calabresi di 35 e 40 anni che vennero uccisi il 9 febbraio 2020 nelle campagne di Dolianova. I loro corpi furono ritrovati quasi due mesi dopo. Condannato a due anni anche Stefano Mura, 43 anni di Dolianova, accusato di favoreggiamento per un coltello ritrovato nei pressi del luogo del delitto.
Lo scorso 15 giugno, il pubblico ministero Gaetano Porcu aveva sollecitato la condanna di vent'anni di reclusione ciascuno per il duplice omicidio volontario. Il pm aveva anche chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi per Stefano Mura.
Dopo il duplice omicidio, Joselito e Michael Marras avrebbero gettato i corpi dei due fratelli nella macchia mediterranea, alla mercé dei cinghiali. Il movente, secondo il pubblico ministero, sarebbe da ricercare nelle liti continue per questioni di pascolo e nella tensione che, nel tempo, si era accumulata tra le due famiglie.
In Aula, il 13 luglio scorso, l’avvocato di Joselito Marras, Maria Grazia Monni, dopo quasi quattro ore di arringa aveva chiesto per il suo assistito l'assoluzione dal duplice omicidio per legittima difesa, data da imminente pericolo di vita, mentre per i reati minori aveva chiesto l'applicazione del minimo della pena.
L'avvocato Patrizio Rovelli che difende Michael Marras aveva chiesto invece l'assoluzione piena per tutti i reati, sostenendo la totale estraneità del suo assistito per i reati contestati.
Oggi si è tenuta l'ultima udienza del processo, con le repliche dei difensori e la sentenza pronunciata nel primo pomeriggio. Alla lettura del dispositivo erano presenti gli imputati Joselito e Michael Marras, mentre era assente Stefano Mura, difeso da Gianfranco Trullu e Doriana Perra.
Questa mattina il pm Gaetano Porcu ha smontato fermamente la tesi difensiva della provocazione e della legittima difesa. Il movente, secondo il pm, sarebbe da ricercare nelle liti continue per questioni di pascolo e nella tensione che, nel tempo, si era accumulata tra le due famiglie.
L'avvocato Gianfranco Piscitelli (foto in basso) che assiste le sorelle dei due fratelli uccisi nel corso dell’udienza ha sottolineato che “le tesi difensive sono scontate perché in favore degli imputati, ma non corrispondenti alle risultanze processuali”. L’avvocato ha anche spiegato che Michael Marras per una vecchia aggressione subita, sentendosi forte e protetto dalla presenza armata del padre abbia rincorso Massimiliano e sfogato la sua ira uccidendolo.
Oltre al difensore Piscitelli, presenti il legale Salvatore Sorbili e Antonello Spada parte civile per i familiari delle due vittime e dell'associazione Penelope, che aveva aiutato nelle ricerche nei due mesi in cui i fratelli Mirabello risultavano scomparsi.