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La comunità di Gavoi è ammutolita per lo stupore suscitato dall'omicidio dell'allevatore 66enne Francesco Cidu, assassinato martedì sera nel suo ovile. Il killer non è ancora stato individuato dagli inquirenti, che scavano nel passato della vittima per capire quali strade seguire nelle indagini.
Il sindaco del Comune barbaricino, Salvatore Lai, ha rivolto un accorato appello alla popolazione sulle pagine social dell'amministrazione. "Qualcuno, secondo consuetudini da muretto a secco che non appartengono alla storia della nostra comunità, ha deciso di togliere la vita a Francesco Cidu ponendo così fine alla sua esistenza, fatta come tutte le esistenze di vita di rapporti, progetti, affetti, lavoro. Fine di tutto!", ha esordito Lai.
"Ci può essere un qualcosa che può scatenare una violenza così estrema da produrre un atto così irreversibile, definitivo come la morte? Non ci può né deve esserci! Così come nessuno può arrogarsi il diritto di disporre della vita di una persona. Per questo condanniamo in modo forte e determinato chi ha commesso questo crimine gettando nel dolore più profondo la famiglia di Francesco e nello sconforto una Comunità".
"Ai familiari di Francesco la nostra più affettuosa vicinanza in questo passaggio molto triste della loro vita e l'incoraggiamento ad andare avanti malgrado tutto. Alla nostra Comunità mi sento di dire di affrontare questo grave momento, rafforzando i vincoli e valori di convivenza operosa e pacifica che la caratterizzano, non rinchiudendosi dentro il guscio delle proprie case e famiglie ma andando oltre nel coltivare rapporti reali e solidali fra parenti, vicini, conoscenti, partecipando ad associazioni, movimenti, organizzazioni, eventi che li rendano protagonisti attivi della propria vita e della Comunità".
E ancora: "Riconoscere il grande valore della Scuola nella formazione del cittadino e riconoscerne il ruolo con l'auspicio della rottura delle catene burocratiche che la attanagliano. Il parlarsi, il linguaggio del dialogo e della comprensione a cominciare da quello essenziali con i propri figli, degli adulti con i bambini e giovani, la collaborazione per disegnare un futuro comune e condiviso, il rispetto per gli altri e per le donne, vittime sacrificali di uomini che non accettano il ruolo e i diritti delle donne né rispettano la loro dignità, la solidarietà nei confronti delle persone più deboli e in difficoltà, una più forte collaborazione fra cittadini e istituzioni, sono il più forte ostacolo a qualsiasi demone che dal profondo di istinti primordiali o nuove degenerazioni, sembra risorgere ogni tanto con l'obiettivo di prendersi la scena della vita della comunità bruciando esistenze e generando paura".
"Facciamo in modo che questo terribile evento serva a farci reagire per rigenerarci come nuova Comunità", conclude Salvatore Lai.