Non con poche difficoltà ed inevitabile ritardo, causato da un allarme bomba poi rientrato, ieri mattina, nell’aula della Corte di Assise d’Appello di Cagliari si è entrati nel vivo del processo di secondo grado per l'assassinio dei fratelli calabresi Davide e Massimiliano Mirabello, avvenuto a Dolianova nel 2020.

Per il duplice omicidio sono stati condannati in primo grado a 20 anni di reclusione più successivi 5 di sorveglianza due allevatori di Dolianova, padre e figlio, Joselito e Michael Marras rispettivamente di 53 e 28 anni. Un loro compaesano, il 43enne Stefano Mura, è stato invece condannato a 2 anni e 8 mesi per favoreggiamento.

Dinanzi alla Corte, presieduta dal giudice Paolo Costa, in aula era presente il solo imputato Michael Marras ed i difensori Maria Grazia Monni per Joselito Marras, Patrizio Rovelli per Michael Marras, Gianfranco Trullu e Doriana Perra per Stefano Mura nonché per le parti civili costituite l’avvocato Gianfrancesco Piscitelli anche in sostituzione del collega di Vibo Salvatore Sorbilli, gli avvocati Andrea Alessandrini e Alessandra Pizzari e l’avvocato Antonello Spada oltre alle sorelle delle vittime Eleonora ed Adelaide Mirabello con i mariti.

Il procuratore, Michele Incani, ha ripercorso nell'arringa tutti i passaggi che hanno portato alle sentenze di primo grado. Per le parti civili hanno parlato e dedotto le loro conclusioni l’avvocato Alessandrini e l’avvocata Alessandra Pizzari di Tivoli (difensori di Eleonora Mirabello e marito), l’avvocato Gianfrancesco Piscitelli (per la sorella Caterina Mirabello e per l’altra sorella Adelaide Mirabello e Luana Piano, compagna di Massimiliano Mirabello), anche  in sostituzione del collega vibonese Salvatore Sorbili ed infine l’avvocato Antonello Spada per l’Associazione Penelope Italia, già ammessa come parte civile. Tutti i difensori di parte civile, unanimemente, hanno ribadito la ferocia del duplice omicidio, dolendosi per la mancata contestazione delle aggravanti della premeditazione e della efferatezza nel giudizio di primo grado e contestato tutti i motivi di appello delle difese.

Dopo una breve pausa, il presidente della Corte ha chiesto ai difensori degli imputati di parlare tutti, ad oltranza, intendendo chiudere in giornata tutte le discussioni. Hanno quindi parlato in successione gli avvocati Trullu e Perra, seguiti dagli avvocati Monni e Rovelli. L’udienza si è protratta oltre le ore 19 ed è stata rinviata per il prossimo 20 maggio per le eventuali repliche del Procuratore e sentenza.

"Le sorelle delle vittime - spiega l'avvocato Piscitelli -, addolorate per aver ascoltato, a fini difensivi, denigrare e dipingere ingiustamente e falsamente i fratelli, si sono dichiarate soddisfatte della discussione del procuratore generale e fiduciose nella conferma delle sentenze". Piscitelli auspica "repliche da parte del procuratore affinché vengano poste in risalto inesattezze e non veridicità di alcuni particolari oggetto delle tesi difensive. Mi aspetto giustizia per questi poveri ragazzi vilmente trucidati - spiega - glie l’ho giurato su quel freddo tavolo d’acciaio quando, in pieno lockdown, mi sono dovuto preoccupare di ricomporre in due sacchi neri quei poveri resti trattati come rifiuti”.