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Nella puntata di ieri sera, la trasmissione di Rete 4 “Quarto Grado” ha trasmesso per la prima volta in tv l’audio della poesia di un poeta estemporaneo orunese che nell'aprile 2015 innescò la furia omicida dell’allora 17enne Paolo Pinna quando questi la ricevette tramite messaggio su un gruppo Whatsapp.
La poesia, profondamente ermetica e dalle allusioni talvolta ambigue, venne interpretata da Pinna come l’ennesimo sberleffo dopo il pestaggio subito a Orune nel dicembre 2014 in occasione di Cortes Apertas. Così, dopo essersi confrontato col cugino Cubeddu, deciso di vendicare col sangue l’offesa. Le indagini, poi, avrebbero chiarito che questa filastrocca non ha niente a che vedere con la vicenda del pestaggio, e Pinna ne aveva semplicemente travisato il senso. Quello che segue è il testo accompagnato dalla traduzione.
Su benennidu m’han dadu caru
Mi hanno dato un caro benvenuto
Vinti cumpanzos de sa menzus boche
Venti compagni della miglior specie
Chi de s’affabile e forte parola
Che dell’affabile e forte parola
Mi dan su coro pro su tantu raru
Mi donano il cuore per la parte migliore
Pro custas rimas chi no b’hat iscola
Per queste rime che non hanno scuola
De su talentu chi paret ignaru
Del talento che sembra ignaro
Finzas dae canno sa vena diletto
Fin da quando mi diletto con la vena
A bos contare s’utile canneto
Per cantarvi l’utile canneto
S’umile janna si prestat cortese
L’umile porta si presta cortese
Chin un’iscala chi parat su fronte
Con una scala che si pone di fronte
Pro dare s’animu chin s’orizzonte
Per dare coraggio con l’orizzonte
A dogni istranzu chi falat in presse
Ad ogni ospite che scende di fretta