Potrebbe essere stato tradito da un amico, Gianni Nieddu, ucciso a fucilate nelle campagne di Macomer martedì sera. 

Aveva parcheggiato la macchina in località Tossilo e lì l'aveva lasciata per tutto il giorno, ma quando è tornato a riprenderla c'era qualcuno ad aspettarlo. Non ha fatto neanche in tempo a chiudere lo sportello che è stato freddato da sei fucilate al torace. L'assassino, o gli assassini, erano nascosti probabilmente dietro alcuni cassonetti non lontani dall'auto e sapevano il momento esatto in cui Gianni Nieddu sarebbe tornato sul luogo.

I carabinieri che stanno ricostruendo le ultime ore di vita della vittima, cercano di capire se ad informare i killer dei movimenti di Nieddu sia stato proprio la persona (per ora sconociuta) con la quale l'allevatore sedilese ha passato la sua ultima giornata. Un'imboscata vera e propria, quella tesa al 44enne e sulla vicenda, adesso, spunta dal passato l'ombra del sequestro Pinna.

Gli investigatori infatti durante le indagini per liberare Titti Pinna, ascoltando alcune intercettazioni, si erano imbattuti in un giro di droga nel quale era coinvolto lo stesso Nieddu e a questo riguardo non era mai stata fatta totale chiarezza. A Macomer era arrivato da poco, dopo una vita passata a Sedilo, bisognoso, forse, di cambiare aria, vita e ambiente.