"La proprietà della Nuova Casa di Cura di Decimomannu manifesta, attraverso un annuncio a pagamento, la disponibilità a garantire quotidianamente le terapie chemioterapiche a 20 malati oncologici. Una buona notizia per chi si trova nella necessità di essere curato ma che tuttavia suscita sorpresa e qualche perplessità".

Lo sostengono in una dichiarazione congiunta il Coordinamento degli ex pazienti oncologici della Nuova Casa di Cura di Decimo e le associazioni “Socialismo Diritti Riforme”, Fidapa Cagliari, Fondazione Taccia, Adiconsum Sardegna, Tribunale del Malato, Lega Italiana Lotta contro i Tumori. La sorpresa – sottolineano – è dettata da due motivi. Il primo è che questa candidatura appare come un provvidenziale intervento in un momento in cui i malati oncologici affollano le sale d'attesa del Businco. E sarebbe encomiabile lo slancio salvifico della proprietà della Nuova Casa di Cura, se avessimo dimenticato quanto detto e fatto, appena due anni fa, dal suo rappresentante legale.

La perplessità nasce dalla spiegazione, affidata sempre agli organi d’informazione due anni fa per la grave decisione, adottata dalla Nuova Casa di Cura nell'estate del 2018, di interrompere l'attività di oncologia medica. Allora venne affermato "deve essere chiaro che la società non ha nessuna lamentela o recriminazione nei confronti dell'Assessorato Regionale alla Sanità o dell'Ats. Il motivo della decisione risiede nell'evoluzione travolgente che sta avvenendo nel campo dell'oncologia medica”. Nella lettera di oggi si afferma invece che le terapie chemioterapiche vennero chiuse perché "solo la metà delle attività in day hospital veniva remunerata, in quanto le altre prestazioni di chemioterapia con l'utilizzo di farmaci ad alto costo venivano compensate con una cifra simbolica”. Così la decisione di interrompere il servizio fu adottata e attuata, in anticipo di sei mesi sui tempi previsti, nell'estate di due anni fa e nel peggiore dei modi. Dall'oggi al domani, circa un centinaio di pazienti ha subito l'interruzione delle cure chemioterapiche e, con loro, oltre novecento altri pazienti in follow-up si sono dovuti rivolgere altrove alla ricerca di un medico da cui farsi assistere, con gli immaginabili ritardi e variazioni terapeutiche imposti ai cicli di cura e ai controlli già avviati. Tutto questo in un momento di grave difficoltà delle altre strutture sanitarie pubbliche, reso ancora più difficile dalla carenza del personale sanitario legata alle ferie estive. L'offerta avanzata oggi dalla Nuova Casa di Cura di Decimomannu è sicuramente un utile aiuto per alleviare i disagi ma i pazienti non possono essere merce di scambio o pedine da muovere a seconda del tornaconto. Chiediamo quindi garanzie alla Regione. I gravi disagi subiti dai pazienti della Clinica non devono ripetersi. Auspichiamo - concludono le associazioni - che vengano previste nella nuova convenzione precise clausole tese ad assicurare le migliori cure disponibili ai nuovi pazienti della Nuova Clinica di Decimo, compresi i nuovi farmaci salvavita di cui hanno bisogno e le adeguate dotazioni diagnostiche, nonché ovviamente il servizio anche nel periodo estivo delle ferie dei dipendenti. Non è accettabile una nuova eventuale chiusura senza una preventiva comunicazione ai pazienti e alle loro famiglie, l’individuazione delle strutture di destinazione e dei medici di riferimento, compresa la consegna a titolo gratuito delle cartelle cliniche e di ogni utile referto. Indispensabile, a questo scopo, il coordinamento tra i medici della Casa di Cura con i medici delle strutture di destinazione per la gestione della continuità terapeutica.

Proposte, queste, che saranno portate domani (martedì) all'attenzione della Commissione Sanità del Consiglio Regionale nel corso dell'audizione sui problemi dell'oncologia in Sardegna convocata per le 13,00 , su richiesta delle associazioni.