“La stampa ha puntualmente evidenziato il disagio dei pazienti oncologici in fila all’esterno del Businco, in attesa di effettuare visite ed esami sospesi per l’emergenza Covid ma, logicamente, non più rinviabili. Non ci si aspettava proprio di dover assistere nuovamente ad uno scenario simile. Una cosa del genere non si può proprio più vedere. I pazienti, e quelli  psicologicamente molto fragili come gli oncologici, non si possono trattare così. E’ umanamente inconcepibile sottoporli ad ulteriore stress aggiuntivo. Dopo alcuni mesi di “rallentamento” imposto dall’emergenza Covid, tutto ciò era così imprevedibile? Dov’è finita la “riorganizzazione” annunciata per risolvere le criticità emerse qualche mese fa?”. 

Attilio Carta, sindacalista della Segreteria Territoriale Area Vasta Uil-Fpl, è furente e in una nota rincara la dose sulle polemiche emerse ieri sulle file dei pazienti oncologici costretti a stare in piedi per ore o ad essere ‘gestiti’ dopo attese interminabili: “Non si possono far ricadere sui lavoratori, e ancor meno sui Pazienti, gli effetti di una “disorganizzazione” mai realmente aggredita con le opportune misure correttive – afferma Carta - anche i lavoratori, con sempre maggiore frequenza, lamentano infatti azioni impositive, spesso quanto meno improvvisate, nei loro confronti. Utili solo per tamponare palesi falle organizzative. Non si può intervenire con provvedimenti messi in cantiere solo per superare temporaneamente le varie le criticità che di volta in volta emergono nell’erogazione di servizi assistenziali indispensabili. A furia di mettere pezze – aggiunge il sindacalista Uil-Fpl - però, si rischia di sfilacciare pesantemente persino il tessuto sociale. Così si possono tappare le buche che, in assenza di interventi definitivi, periodicamente si ripresentano ad ogni pioggia stagionale, in una strada di periferia urbana. Ciò è palesemente impensabile in un’organizzazione assistenziale degna di questo nome. Stante tutto ciò, si sollecita ancora una volta una seria organizzazione complessiva che metta, finalmente, al centro i pazienti e i Lavoratori tenendo conto, senza perderlo di vista, lo scenario futuro prospettato dall’imminente Riforma Sanitaria Regionale. Senza però pretendere di fare le nozze coi fichi secchi, una volta per tutte si investa seriamente sulle risorse umane e si colga al volo l’occasione che l’emergenza Coronavirus, paradossalmente, ci offre. Si abbia, infatti, la capacità di trasformare coraggiosamente la criticità del Covid nell’opportunità di mettere in atto un piano complessivo di assunzioni di Personale Sanitario tale da consentire, definitivamente – conclude Attilio Carta - l’erogazione di un’assistenza degna di questo nome e consona ad una grossa Realtà Sanitaria Pubblica di riferimento Regionale”.