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Foto d'archivio
Hanno demolito da soli le strutture irregolari, distruggendo pezzo per pezzo le baracche che loro stessi avevano costruito.
Non è stato necessario, questa mattina all'alba, l'intervento degli operai del Comune chiamati ad abbattere la parte abusiva del campo nomadi di Selargius: ci hanno pensato direttamente i rom.
'Scortati' da polizia municipale e carabinieri, gli addetti hanno raggiunto l'area con due camion e una ruspa. I rom aspettavano il loro arrivo. Gli era stato infatti notificato un provvedimento con l'obbligo di demolire le strutture fuorilegge entro cinque giorni. Una decisione non gradita dai nomadi: avrebbero voluto più tempo per presentare un ricorso al Tar con l'obiettivo di salvare le loro 'case'.
Stamattina era presente anche il presidente dell'Asce, l'Associazione sarda contro l'emarginazione, Antonio Pabis, che ha seguito passo dopo passo tutta la demolizione. L'arrivo delle forze dell'ordine e degli operai ha messo in agitazione sia i rom che i cittadini, ma fortunatamente non si sono registrati problemi. Gli occupanti del campo hanno iniziato a demolire da soli le varie strutture senza l'intervento degli operatori esterni. La polizia municipale ha seguito tutte le fasi.
Durante le scorse settimane si era già provveduto a sgomberare l'area dai rifiuti, procedendo con le prime bonifiche da sostanze inquinanti. "Questo campo è il frutto di venti anni di incuria da parte dell'amministrazione comunale di Selargius - denuncia Antonio Pabis parlando con l'ANSA - E' incapace di dialogare con i rom e costruire progetti di inclusione".