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Nella mattinata odierna, i finanzieri dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Cagliari e Napoli e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata hanno eseguito, nell’hinterland partenopeo sette misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda, nei confronti di Luigi Del Prete, 31 anni, e Carlo De Luca, 34 anni, entrambi già detenuti in carcere e gravemente indiziati per i reati di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante del “metodo mafioso” e della “finalità agevolatrice del sodalizio denominato clan Orlando”.
Contemporaneamente, per le medesime ipotesi di reato, è stata eseguita la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Pasquale Portarapillo, classe 1965, e Domenico Panella, 41 anni, quest’ultimo per il solo reato di turbata libertà degli incanti, per aver interferito sul regolare svolgimento di un’asta giudiziaria in una procedura esecutiva immobiliare, determinando un rialzo del prezzo di vendita di un appartamento sito a Marano, al fine di impedirne l’acquisto da parte di una persona che vi partecipava in buona fede.
Infine, Michele Simeone, classe 1979, Ilaria Di Meo, classe 1987, e Kateryna Halych, 36 anni, sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.
I provvedimenti cautelari scaturiscono da indagini coordinate dalla Procura di Napoli, avviate a partire dall'aprile 2019 nei confronti di un gruppo di narcotrafficanti, composto da soggetti campani e sardi, che aveva organizzato il trasporto di ingenti quantitativi di hashish sull’asse Napoli-Medio Campidano.
L’esame della documentazione acquisita nel quadro delle indagini, e l’arricchimento delle stesse attraverso accertamenti bancari e patrimoniali, avrebbero consentito di ricostruire molteplici e sistematiche operazioni di acquisto di beni mobili e immobili (anche mediante la turbata libertà degli incanti in procedure esecutive), nonché di attività commerciali, compiute tra il 2014 e il 2018, riciclando e reimpiegando i proventi dei reati commessi e intestandoli a compiacenti prestanome.
Questi ultimi sono risultati totalmente asserviti agli illeciti affari del Del Prete, principale indagato, inserito nel sodalizio camorristico degli Orlando, egemone nel Comune di Marano (Napoli), con i cui plenipotenziari intratteneva frequenti e stabili rapporti.
Gli indagati, al fine di “schermare” i beni illecitamente acquistati avrebbero impiegato una persona fisica nell’acquisto di un immobile da una società riconducibile al cognato dei fratelli, di diverso cognome per errori dell’Anagrafe, Nuvoletto Antonio e Nuvoletta Filippo, alias O’ Cecato, esponenti di spicco dell’omonimo clan camorristico.