Tra il 2009 e il 2017, in Sardegna, gli investimenti pubblici in infrastrutture sono crollati del 35,1%, registrando una contrazione di 449milioni di euro. Nel 2018 il loro valore ha superato di poco gli 800 milioni di euro utilizzati per la costruzione, manutenzione, acquisto di edifici o altri beni quali strade, porti, aeroporti e consolidamento di centri abitati. 

Una situazione che mette in difficoltà le 23mila 410 piccole imprese di manifattura, costruzioni e trasporti, interessate allo sviluppo infrastrutturale sia come utilizzatrici delle opere pubbliche sia perché coinvolte nella loro costruzione e manutenzione, che danno lavoro a 64.340 addetti.

Sono questi i numeri che emergono dal rapporto “La caduta. Lo spread di investimenti pubblici e infrastrutture”, elaborati dall'Ufficio studi Confartigianato Sardegna, su dati ISTAT, MEF e Agenzia per la Coesione Territoriale tra il 2009 e il 2017, in base al quale sono stati analizzati la spesa pro capite delle Amministrazioni locali, livello e dinamica della Spesa pubblica per beni e opere immobiliari, la variazione degli occupati nelle Costruzioni sottostante ai minori investimenti pubblici, i tempi di realizzazione delle opere e i “tempi morti” causati dalla eccessiva burocrazia.

“Questi dati confermano come le richieste delle imprese siano fondate ovvero come sia necessario finanziare e realizzare le infrastrutture in tempi ragionevoli e certi - commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna - perché si è perso troppo tempo e nessuno può pensare di imbalsamare l’Isola e l’intero Paese ovvero bloccare tutto il sistema intermodale di trasporto, merci e persone, i collegamenti con porti e aeroporti”.

Nello specifico, sempre secondo il rapporto, in Sardegna, la spesa per beni e opere immobiliari è composta per circa due terzi (68,2%) da quella delle Amministrazioni locali e regionali e per il restante 31,8% da quella delle Amministrazioni centrali.

Secondo i dati provenienti dai Conti pubblici territoriali tra il 2009 e il 2017 il totale degli investimenti della Pubblica Amministrazione (locale e statale) per la Sardegna è sceso del 35,1%, perdendo così 449milioni di euro, per un totale investito di 829milioni di euro. Le Amministrazioni locali (Regioni, Comuni, Province e Citta metropolitane) hanno contratto la loro spesa di 427 milioni di euro (-43,0%), erogando un totale di 566milioni di euro, comportando cosi minori investimenti in Costruzioni e consolidando, purtroppo, un’eccessiva scarsa manutenzione del territorio. L’Amministrazione Centrale (Stato), invece, ha ridotto la sua spesa di 22milioni di euro (-7,6%), erogando 264milioni di euro.

“Diamo voce a oltre 23mila imprese con oltre 64mila addetti in Sardegna, che vogliono opere grandi e piccole, manutenzioni, tutto ciò che serve alla vita e al lavoro dei sardi e degli italiani – continua Meloni -. Purtroppo, in Sardegna come nel resto dell’Italia, manca un piano di sviluppo infrastrutturale e l’Italia non può più permettersi di fermarsi in un’attesa infinita. Se non c’è sviluppo per le piccole imprese, non c’è sviluppo per la Sardegna e per il Paese, non si creano lavoro, reddito e investimenti”.

“In più occasioni abbiamo ribadito quanto la competitività del sistema imprenditoriale  della Sardegna, in particolare quello delle micro e piccole imprese, passi anche per una maggiore efficienza infrastrutturale della regione – queste ancora le sue parole - ciò è indispensabile per stare al passo con il resto d'Europa. E al tema delle opere infrastrutturali strategiche, fondamentali per far viaggiare velocemente le merci, oltre che le persone, si legano inevitabilmente anche quello dell'efficienza della burocrazia e della crescita degli investimenti, pubblici e privati, nel settore di riferimento”.

“Vogliamo continuare a creare sviluppo e lavoro per questo diciamo “si” a tutto ciò che potrà creare le condizioni per la crescita dell’Isola e del Paese – ha concluso Meloni – auspichiamo, per questo, che la nuova Giunta Regionale possa intervenire presto con cospicui finanziamenti, per interventi strutturali sui beni pubblici e per la manutenzione del territorio, in aggiunta a una corretta pianificazione territoriale, che tenga sempre nell’obiettivo la sicurezza delle persone e delle attività produttive”.