Oltre trentamila persone a passeggio tra murales, fruscio di seta e le fragranze di circa duecento porcetti che senza sosta hanno lentamente rosolato allo spiedo. Complice un cielo terso da fare invidia alle migliori tradizioni agostane, a Gustos e nuscos che si è tenuto a Orgosolo nel fine settimana, è andata in scena l'invasione pacifica di appassionati delleCortes provenienti da tutta la Sardegna. Ottanta camper, 137 pullman e una fiumana di auto.

LEVE IN CAMPO Un successo. Che ha coronato l'impegno dei tanti operatori, in particolare dell'agroalimentare, in campo con tutta la motivazione possibile.

Le tre giornate sono filate lisce come l'olio soprattutto grazie a un'organizzazione di efficienza paramilitare che, oltre alla leva dei nati nel 1985 che erano addetti agli arrosti, ha coinvolto anche quelle del 1965, 1975, del 1995: prossimi trentenni, cinquantenni, quarantenni, e ventenni tutti insieme per la buona riuscita della manifestazione. Nella squadra anche la Polisportiva Supramonte Orgosolo, guidata da Peppino Filindeu. Ognuno ai posti di combattimento, chi addetto all'accoglienza e al punto informazioni, chi ai parcheggi, chi all'arrostimento.

MAIALETTI DA OSCAR Ci sono voluti 190 maiali per poter soddisfare tutte le richieste. In piazza don Muntoni sono stati due giorni di via vai incessante di cultori della carne arrosto cucinata alla brace secondo metodi e segreti che si tramandano uguali da generazioni. 

LA SCELTA DI NATALIA Nicchie di vita vissuta tra gli scorci fioriti del centro storico e del corso principale costellato di murales. Vetrine di quotidianità agropastorali. Emblemi di scelte radicali come quella di Natalia Mancone: insieme al marito guida l'azienda zootecnica di famiglia.

«Eravamo emigrati a Parma», racconta la giovane «ma quando mio padre ci ha lasciati ho sentito che dovevo rientrare per portare avanti il suo sogno. Siamo tornati circa dieci anni fa per continuare a curare ciò che lui aveva seminato». Non è facile scommettere sulla terra in tempi di crisi, di magra, e di mercati selvaggi. «Non mi sono però pentita nemmeno per un secondo», rimarca, «lavoriamo il latte vaccino, salumi e ogni giorno ci rimbocchiamo le maniche per migliorare e crescere». 

PILLOLE DI MEMORIA La saggezza parla per bocca di Giovanni Cossu, 79 anni, allevatore da una vita; comunica con orgoglio che lui, quel mestiere, lo sceglie ogni giorno: «Ai nostri tempi eravamo corazzati per adattarci a condizioni che in tanti oggi non sopporterebbero neanche per poche ore», sorride mentre offre un pezzo di formaggio di sua produzione, «ma sono sicuro che tutto ricomincerà da qui, da un settore che per paura i sardi in passato hanno abbandonato». 

VIAGGIO NELLA STORIA Cortes apertas è anche l'occasione per viaggiare attraverso la storia di comunità che si mettono in gioco. Così, lungo ripide viuzze pullulanti di ospiti, fanno capolino le vicende di disamistadi , ora addolcite dal racconto popolare. Tappa obbligata nella casa della faida Succu-Corraine, quella che insanguinò Orgosolo fino al 1915. Che Gustos e nuscos ingentilisce con volti, voci e narrazioni femminee: «Erano i nostri antenati», ricordano Tonina e Maria Giovanna Succu, «e li abbiamo conosciuti attraverso i racconti dei nonni. In questo cortile risuonano gli echi di paure e dei momenti cruciali». E mentre il pensiero va ai tempi che furono, davanti a loro si staglia una ridda di mieli, liquori, e tutte le altre specialità autoprodotte. 

LA SETA DI MARIA Dici Orgosolo e leggi anche filiera della seta con cui si realizza su lionzu , il tipico fazzoletto femminile. Nell'angolo museale allestito da Maria Corda, l'artigiana indica i bozzoli e illustra agli astanti il processo dal baco al filato. «Quest'arte la portarono in Sardegna i Gesuiti», fa sapere, «e le donne orgolesi, nella metà del Settecento, furono le prime a confez