I resti di tre scheletri sono stati trovati la settimana scorsa dal Corpo Forestale, in una grotta nel Supramonte di Orgosolo, vicino al Rio Flumineddu. Gli agenti, che stavano effettuando un normale controllo del territorio, hanno notato l'anfratto, di cui non si conosceva l'esistenza, diventato visibile dopo che il nubifragio, portato dal ciclone Cleopatra, ha slavato nei mesi scorsi il terreno svelando la grotta.

Al suo interno varie ossa ed un cranio che mostra un foro di proiettile. La Procura di Nuoro - che ora dovrà far luce sull'epoca alla quale risalgono i resti, chiarire i fatti che hanno portato alla morte le tre persone e risalire alla loro identità - ha confermato il ritrovamento, anticipato oggi dal quotidiano L'Unione sarda.

Il caso è approdato nelle mani del capo della Procura di Nuoro, Andrea Garau, e le indagini sono condotte dal sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli. Uno dei teschi ritrovati presenta un foro evidente, che potrebbe essere stato causato da un colpo di arma da fuoco. Il pm Bocciarelli darà presto l'incarico a un medico legale per cercare di datare le ossa e dare una identità, anche eventualmente attraverso il dna. Secondo una prima ipotesi è possibile che i fatti, in cui sono rimaste coinvolte le tre persone, possano risalire all' epoca dei ripetuti sequestri di persona in Sardegna: negli ultimi 50 anni 31 ostaggi non sono mai ritornati a casa.

Ma potrebbero anche essere i resti di qualche latitante, uno di loro è Attilio Cubeddu di cui da tempo si son perse le tracce, o ancora resti di persone scomparse e mai trovate. Anche se il numero degli scheletri nella stessa grotta apre scenari drammatici, e così l'anfratto del rio Flumineddu potrebbe essere proprio un cimitero di ostaggi deceduti. La perizia legale dovrà anche certificare che siano effettivamente tre gli scheletri ritrovati.