Una struttura socio-sanitaria dedicata alle cure palliative alle persone affette da malattie non guaribili, che mira a migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.

È stato inaugurato questa mattina l’hospice di Oristano, il primo in Sardegna in grado di accogliere anche bambini e dove un team multiprofessionale assisterà i soggetti colpiti da tumore, grave insufficienza renale, cardiopatie e altre patologie che non rispondono alle terapie, ma che sono curabili attraverso un approccio globale, finalizzato non solamente ad alleviarne la sofferenza fisica, ma anche a offrire un supporto psicologico e spirituale ai pazienti e a chi sta loro accanto.

Alla cerimonia hanno preso parte il Commissario straordinario della Ats Giorgio Steri, il direttore Assl Oristano Mariano Meloni, il vicesindaco di Oristano Massimiliano Sanna, la consigliera regionale Annalisa Mele.

“L’hospice di Oristano è un esempio di sinergia fra diverse istituzioni – ha dichiarato Steri, accennando alla collaborazione fra Comune e Ats per la realizzazione della struttura – grazie alla quale oggi possiamo offrire ai cittadini un servizio prezioso non solo per alleviare il dolore dei pazienti, ma anche per le loro famiglie. L’hospice di Oristano si aggiunge a quelli già presenti a Cagliari, Quartu, Nuoro e Tempio, ampliando così il ventaglio dell’offerta sanitaria sul territorio”.

“Questo nuovo servizio rappresenta un punto di svolta nell’assistenza ai pazienti – ha aggiunto Meloni – Qui non si cureranno semplicemente i pazienti, ma “ci si prenderà cura” della persona nella sua interezza nei momenti più critici della malattia, come accade nei sistemi sanitari più evoluti”.

“Finalmente apre una struttura di grande importanza per il sistema sanitario oristanese – ha rimarcato il vicesindaco di Oristano Massimiliano Sanna -. Era attesa da diversi anni, adesso è una realtà. Il Comune, interpretando i bisogni della comunità ed in particolare di chi soffre, negli anni passati si è fatto carico della sua costruzione nella consapevolezza dell'importanza di garantire una struttura moderna e funzionale e un servizio qualificato a chi combatte con malattie inguaribili e ai familiari che lo assistono. Con la sua apertura compiamo un gesto di civiltà e di sensibilità”.

A detta della Consigliera regionale Mele, “Questa struttura è fondamentale per accogliere e dare dignità ai pazienti e aggiunge un tassello importante dell’assistenza nel panorama sanitario sardo. Il compito della Regione dovrà essere quello di inserirla nella riorganizzazione della rete ospedaliera per post-acuti così da valorizzarla e garantire ai pazienti un percorso assistenziale adeguato”.

A presentare l’hospice, dopo la benedizione dell’assistente spirituale padre Gianluca Longobardi, è stato il suo coordinatore Giuseppe Obinu, medico dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale San Martino di Oristano, con una specifica formazione nel campo delle cure palliative. Ad affiancarlo nell’assistenza ai pazienti sarà un team multidisciplinare: sei infermieri più il coordinatore infermieristico Raffaele Secci, e sei operatori socio-sanitari, che hanno seguito un percorso formativo negli hospice di Cagliari e Nuoro: sia infermieri che oss garantiranno l’assistenza h 24. Nello staff saranno anche due oncologhe, una psicologa specializzata nelle cure palliative, un fisioterapista, un assistente sociale e uno spirituale

L’hospice è composto da otto i posti letto (sei per gli adulti e due per i bambini), tutti in camere singole, dotate di servizi riservati, tv e poltrona letto per i parenti, con spazi comuni e cucine a disposizione delle famiglie. La struttura sarà aperta a parenti e amici, senza limiti orari per le visite, seppure all’interno di una cornice di regole mirate a non disturbare le persone ricoverate. Sarà anche possibile portare con sé gli animali da affezione, nell’ottica di far sentire i pazienti proprio come a casa e di garantire loro il massimo comfort possibile.

I ricoveri verranno effettuati a partire da questa settimana (ieri è stato accolto il primo paziente) La richiesta di ricovero potrà essere effettuata dal medico di famiglia o dall’ospedale al Pua (Punto unico d’accesso) che attiverà l’Unità di valutazione territoriale per definirne tempi e modalità di ricovero.