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Al momento sono 15, 11 medici e 4 infermieri, gli operatori sanitari indagati per i reati di abuso d’ufficio e peculato. Sono accusati di aver somministrato i vaccini a persone non aventi diritto, appropriandosi delle dosi di cui avevano la disponibilità in virtù della funzione ricoperta.
Si parla di moglie e figli, fratelli, sorelle, cognate e compagni.
L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Oristano, è iniziata a inizio febbraio con l’obiettivo di accertare le irregolarità emerse nella gestione del piano vaccinale nazionale anti- Covid, relativamente alla provincia di Oristano, da parte del personale sanitario in servizio nei punti vaccinali ospedalieri e territoriali.
"Nella maggior parte dei casi – ha spiegato oggi in conferenza stampa, il Maggiore Nadia Gioviale, comandante del Nas di Cagliari -, parliamo di nuclei familiari, ma anche di amicizie. Rapporti stretti tra i sanitari che avevano la disponibilità delle dosi e l’amico che è stato agevolato a riceverla.
“La nostra attenzione – ha detto il Procuratore Capo Ezio Domenico Basso - è su vaccinazioni sospette che riguardano quelle categorie che rientravano tra le priorità, ma che avrebbero dovuto ricevere in tempi successivi oppure che avrebbero dovuto ricevere la somministrazione del vaccino Astrazenca, ma che invece sono stati vaccinati con il Pfizer”.
Le indagini sono in corso. Le 15 informazioni di garanzia sono state notifiche tutte ieri. Si tratta di 15 operatori sanitari in servizio nel poliambulatorio di via Pira a Oristano, da lì sono partite le indagini. “Stiamo andando su altri punti vaccinali, dove si fa lo stesso lavoro di riscontro”, ha detto infine il Procuratore.