Nelle ultime due settimane la Polizia di Stato di Oristano, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione, in tempi differenti, a cinque misure cautelari emesse a carico di altrettante persone resisi accusate di reati inerenti la violenza di genere.

Nello specifico, come spiegato dalla Polizia, un ragazzo di 22 anni, residente in Oristano, è stato tratto in arresto nei giorni scorsi dagli uomini della Squadra Mobile per aver cagionato alla compagna lesioni gravi ritenute guaribili in non meno di 30 giorni. Nel corso di una lite, il giovane ha aggredito la fidanzata che, nel tentativo di sfuggire alla sua furia, era scappata in strada dove è stata raggiunta e malmenata; nell’occasione, il ventiduenne ha aggredito anche un vicino di casa che era corso in aiuto della donna. L’aggressore, dopo le attività di rito, e stato accompagnato presso il carcere di Massama dove si trova tuttora recluso.

Un altro provvedimento ha riguardato un oristanese, dall’età di 53 anni, resosi responsabile del reato di atti persecutori nei confronti della ex moglie; questo, infatti, in numerosi episodi aveva più volte minacciato la ex compagna, intimorendola nel tentativo di riallacciare il rapporto con lei e i figli.  L’uomo è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Oristano con divieto di avvicinamento alla ex coniuge.

Infine, altri tre uomini, dall’età compresa tra i 25 e i 56 anni, residenti in Oristano e in Provincia, sono stati sottoposti alle misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di dimora nel comune di residenza e divieto di avvicinamento e comunicazione coi prossimi congiunti, per essersi resi responsabili del reato di maltrattamenti in famiglia.

Uno dei casi di cui sopra ha visto coinvolto un uomo, già pregiudicato per reati analoghi, il quale si è reso responsabile di maltrattamenti commessi ai danni dell’anziana madre. La donna, dal 2010 ad oggi, secondo quanto emerso in sede di indagine, sarebbe stata fatta oggetto di continue e reiterate condotte di aggressione fisica e verbale e costretta a sopportare penose condizioni di vita.

L’uomo, perennemente in stato di ubriachezza, in più occasioni e per futili motivi ha violentemente percosso l’anziana madre, cagionandole frequentemente lividi ed ecchimosi.

Le condotte violente, alle quali si accompagnavano insulti e minacce, avevano avuto inizio quando l’uomo aveva fatto rientro presso la casa familiare a seguito della separazione dalla moglie, anch’essa vittima, a suo tempo, dello stesso trattamento riservato alla madre.

La donna, stremata da anni di violenze, ha sempre tentato in ogni modo di minimizzare i comportamenti del figlio, arrivando, talvolta, ad attribuirsi le colpe dei maltrattamenti subiti ed evitando, in più occasioni, di denunciarlo per timore delle conseguenze giudiziarie e delle ripercussioni che quest’ultimo avrebbe potuto avere sulla sua persona.

La signora, in più di un’occasione, è stata condotta presso il pronto soccorso del locale nosocomio, presentando ai medici ematomi, escoriazioni ed ecchimosi che la stessa, di volta in volta, attribuiva a cadute accidentali ed incidenti domestici.

L’attività di indagine, basata sull’esito di referti medici e sull’audizione di numerose persone informate sui fatti, ha però palesato quanto accadeva, da almeno dieci anni, all’interno delle mura domestiche ed ha consentito di svelare la vera personalità dell’uomo, soggetto violento, irascibile e dedito all’alcol che annovera a suo carico già un procedimento penale per atti persecutori e lesioni nei confronti della ex moglie.

L’aggressore ora non potrà più accedere alla casa familiare, dovrà trovarsi una abitazione in un comune diverso da quello di residenza, nel quale non potrà far rientro se non con apposita autorizzazione, non potrà avvicinarsi alla madre né ai luoghi dalla stessa frequentati, inoltre, qualora dovesse violare le prescrizioni impostegli dal Giudice, potrà subire l’aggravamento e la sostituzione dell’attuale misura con una custodiale in carcere.

A seguito del periodo di forzata convivenza dovuta all’emergenza sanitaria, la Questura, dopo un primo periodo di decremento generalizzato di tutte le tipologie di reato, registra un incremento dei casi di violenza di genere.

Pertanto, l’attività del Questore nel periodo di “lockdown” è stata particolarmente incisiva e intensa. Infatti, oltre a tenere un continuo contatto con le vittime di violenza domestica, per le quali si era già provveduto all’emissione di opportuni provvedimenti, sono stati trattati altri 7 casi per i quali il Questore ha ritenuto opportuna l’emissione della misura di prevenzione dell’Ammonimento.

Con tale provvedimento l’Autorità di Pubblica Sicurezza mira a prevenire qualsiasi azione violenta in ambito domestico; si tratta di un provvedimento per il quale non è necessario la commissione di un reato, ma è sufficiente uno o più atti gravi di violenza fisica, sessuale, economica o psicologica commessi all’interno della casa familiare.

Le vittime di tale tipologia di reato sono prevalentemente donne; la fascia di età interessata è eterogenea così come trasversale è il ceto sociale di provenienza degli autori delle fattispecie di delitto in argomento.