La bandiera Tricolore stesa sulla bara e portata a spalla dai colleghi, davanti al picchetto d'onore. Si sono celebrati questa mattina, nel santuario della Madonna del Rimedio a Orosei, i funerali di Stato di Marino Terrezza, il 36enne agente della Polizia Stradale di Siniscola (ma originario della provincia di Frosinone) travolto e ucciso mercoledì mattina da un'auto lungo la Statale 131 Dcn, nel Nuorese.

La cerimonia è cominciata con l'abbraccio di un'intera comunità e delle più alte cariche dello Stato alla famiglia, alla moglie Silvia, genitori e fratelli. Presenti il capo della Polizia il Prefetto Lamberto Giannini, la vice ministra del Mise Alessandra Todde, il Presidente del Consiglio regionale Michele Pais e l’assessore regionale dei Lavori Pubblici Aldo Salaris.

Le note del silenzio che sono risuonate all'interno e all'esterno della chiesa, gremita di amici e conoscenti di Marino Terrezza e di sua moglie Silvia che con il loro bambino avevano deciso di vivere a Orosei.

"L'assenza di Marino è insopportabile, per il padre la madre e i fratello, la moglie e il figlio e tutta la famiglia della Polizia di Stato - ha detto il vescovo Antonello Mura all'inizio della sua omelia - La morte assurda imprevedibile e violenta è arrivata in un attimo mentre assolveva al proprio servizio. Vogliamo ricordare Marino forte e coraggioso e sempre al servizio degli altri: in quel momento stava soccorrendo una donna in difficoltà a bordo strada. Pur col dolore nel cuore Marino ti diciamo oggi che siamo orgogliosi di te". "Abbiamo perso un amico, un figlio, un fratello e un padre - ha scandito dall'altare il capo della Polizia stradale di Nuoro Leo Testa - Da te abbiamo ricevuto sempre e solo sorrisi, voglia di imparare e amore per la tua divisa. La nostra speranza è che da lassù continui a vigilare su di noi".

Commozione palpabile anche per il capo della Polizia Giannini sempre accanto ai familiari dell'agente deceduto. Prima di accompagnare il feretro in cimitero i genitori i fratelli e la moglie hanno accarezzato a lungo la bara scandendo il suo nome.

Nel video in basso, l'uscita del feretro dalla Chiesa