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A circa 18 chilometri da Nuoro, in un centro di 2.000 abitanti ricco di siti archeologici, vive la tradizione di sos Thurpos, uomini-animali ciechi.
Sono loro che agitano il carnevale di Orotelli tra riti propiziatori legati alla necessità dell’uomo di ricercare un aiuto dalle divinità nelle difficoltà del quotidiano.
Sos Thurpos de Oroteddi hanno il viso dipinto di nero con la fuliggine del sughero, indossano lunghi cappotti in orbace e portano a tracolla una cinta spessa in pelle con i campanacci, il cui tintinnio rappresenta le pratiche rituali per scacciare ciò che di maligno potrebbe ostacolare la buona riuscita del raccolto.
Sono diverse le scene da loro rappresentate. Alcuni procedono appaiati, a coppie, come un giogo di buoi legati in vita con una fune tenuta da un terzo Thurpu che li guida pungolandoli e cercando di tenerli mansueti. Altri, interpretando la parte di maniscalchi, si fermano a ferrare un Thurpu-bue mettendo in scena un momento del lavoro e della vita quotidiana dei contadini. C’è anche chi mima la semina del grano nei campi o chi, impersonando i buoi, scalcia per imporre la propria forza animale sul contadino.
A portare avanti la tradizione nel centro barbaricino è l’associazione Maschere Etniche Thurpos che, inoltre, da 15 anni, organizza una rassegna che è diventata un appuntamento imperdibile, il carnevale estivo. Si tratta di un evento di grande richiamo perché consente a chi visita la Sardegna d’estate, compresi i tanti emigrati sardi, di scoprire o di rievocare le antiche tradizioni di su carrasecare.