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Dopo un anno e mezzo si è chiusa l'inchiesta sulle cosiddette "pecore nere" della piana di Ottanta. Il pm della Procura di Nuoro, Andrea Vacca, ha notificato oggi il provvedimento di chiusura indagini agli indagati: Paolo Clivati, proprietario di Ottanta Energia, la centrale elettrica della zona industriale, e Mario Tatti, capo impianto. Per entrambi l'accusa è di "sforamento del limite delle emissioni".
Nell'aprile del 2013 a causa di un'esplosione nella centrale fuoriuscì una nube di carbone che si depositò in un'area di circa 200 ettari nelle campagne di Noragugume, a due chilometri dall'impianto di Ottana, coprendo di un funesto manto nero animali, alberi e fogliame. Il risultato furono almeno 200 pecore completamente dipinte di nero con i pastori che pensarono di essere rimasti vittime di uno scherzo di cattivo gusto.
Secondo i periti della Procura sarebbe stata la "mancata manutenzione e controllo" di una parte della centrale a causare la nube e l'insolito colore sulle greggi. A provarlo, dicono, c'è anche il fatto che "i residui carboniosi ritrovati a seguito dell'esplosione nel territorio di Noragugume", sono residui di carbone liquido, ovvero Cwf. Lo stesso carbone liquido che la centrale stava sperimentando nella caldaia.
Depositata la perizia di parte, i legali degli indagati sono pronti a presentare le controdeduzioni: hanno un mese di tempo a partire da oggi. Poi il giudice deciderà sugli eventuali rinvii a giudizio o proscioglimenti.