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Pane di semola, spole, pane ‘e fressa, panini e pane integrale. A Ovodda c’è chi ha saputo fare dell’esperienza del passato una garanzia di continuità nel tempo, consolidando un percorso capace di tradursi in economia.
Ovodda è il paese del pane, così come recita il messaggio scolpito nelle pietre di granito che si trovano negli ingressi principali, e in questo centro situato nel cuore della Sardegna, che conta circa 1700 abitanti, sono cinque i panifici che producono un prodotto eccezionale e che offrono un’occupazione lavorativa a una cinquantina di persone.
<<Finalmente, con la nuova legge regionale, anche il nostro lavoro viene tutelato – dice Domenico Vacca del Panificio Vacca -. Ogni giorno ci alziamo nel cuore della notte per fare in modo che al mattino si possa sfornare del pane fragrante e di ottima qualità. Le persone devono sapere cosa comprano e soprattutto cosa stanno mangiando>>.
Gian Simone Bua, titolare del panificio “Santu Predu”, sottolinea la necessità di un marchio Dop per la tutela del pane carasau.
<<Un’operazione di questo tipo potrebbe portare benefici a lungo termine. Nel corso degli anni si è provato a dar vita a un consorzio di origine tutelata, ma l’operazione non è mai andata in porto. Oggi affrontiamo il mercato e la grande distribuzione senza nessun problema, dopo aver studiato con cura e messo insieme sapientemente tecnologia, qualità e tradizione. Un marchio di tutela è fondamentale per la salvaguardia del prodotto>>.
Carlo e Fabio Soru, del panificio “Soru Francesco” qualche anno fa hanno rilevato l’attività del padre e lavorano ogni giorno con impegno e determinazione.
<<Il pane carasau lavorato utilizzando prodotti di qualità e secondo autentiche ricette tradizionali ha bisogno di essere tutelato. Non è pensabile che da un momento all’altro chiunque possa produrlo utilizzando ingredienti a basso prezzo, facendo una concorrenza sleale e rovinando l'immagine di un intero settore>>.
Erika Porcu del panificio “Pane fressa” spiega che il punto di forza del pane di Ovodda è la qualità. <<Crediamo tanto nel nostro lavoro e oltre a metterci amore puntiamo molto sugli ingredienti che ne determinano il grande valore riconosciuto>>.
Massimiliano Vacca, del panificio “Ovodda” di Maria Rosa Urru, racconta che diversi anni fa ha proposto l’istituzione di un marchio Dop per la tutela del prodotto realizzato secondo il vero principio di lavorazione del pane carasau, ma il tutto è tramontato in un clima di silenzio e indifferenza.
<<Il pane carasau deve essere riconosciuto come il pane identitario dell’isola. A rischio non c’è solo il sapere tradizionale di una produzione locale, ma anche centinaia di posti di lavoro>>.