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La data del 15 settembre è quella che 123 anni fa diede inizio, a Ozieri, alla prima gara poetica in piazza. La storica innovazione fu del poeta ozierese Antonio Cubeddu, uno “de sos mannos” della nostra poesia estemporanea.
Ma la novità non fu solo quella. L’una e le altre le rievoca Bernardo Zizi, l’ultimo patriarca vivente dei versi improvvisati, nel corso di una recente intervista, a casa del poeta, che ha messo in evidenza quanto il patrimonio artistico, culturale e umano del vate di Onifai trovi un radicamento robusto e solido nei valori e nelle tradizioni della sua famiglia.
Zizi ha 91 anni, è in condizioni splendide. La sua cultura profonda ed eclettica, l’ironia acuta e mai casuale, la brillantezza del carattere, l’eloquenza, il senso del bello e l’umiltà sono elementi in strepitosa evidenza ancora oggi. Caratteristiche costantemente esaltate, anche tra le mura domestiche, da quella voce variabilmente suadente, inconfondibile e ricca di pathos, che tanto è stata ammirata durante la sua vita sul palco, lasciato definitivamente soltanto due anni fa, il 2 ottobre del 2017, a Luras.
Si potrebbe dire che l’età, per Bernardo Zizi, sia solo una circostanza: la sua forza espressiva e la sua intatta memoria gli consentono, tutt’ora, lunghe declamazioni dei versi della Divina Commedia e citazioni in greco e latino di celebri autori di quelle civiltà.
A cent’annusu e prusu, tziu Bernardu.
L'INTERVISTA A ZIZI
Nella foto in alto: (da sinistra) Dante Tangianu, Bernardo Zizi e Salvatore Irranca