Ancora una volta la Polizia penitenziaria denuncia un familiare di un detenuto per aver provato a introdurre sostanza stupefacente tramite i colloqui nel penitenziario di Uta.

Il Personale addetto ai colloqui, effettuando un normale controllo, ha scoperto il padre di un detenuto mentre tentava di introdurre hashish con l’intento di rifornire il proprio figlio. La sostanza stupefacente è stata trovata avvolta nella carta stagnola e del cellophane nascosta nella cintola dei pantaloni. Il papà in questione è stato denunciato a piede libero all’autorità competente e la sostanza stupefacente sequestrata.

Solo tre giorni fa, una madre aveva portato uno spinello al figlio detenuto sempre nel carcere di Uta, ma anche la donna era stata scoperta e denunciata per detenzione di stupefacenti.

“Non riusciamo a capire questo comportamento scandaloso e delinquenziale che, vede i familiari dei reclusi rifornire continuamente i propri figli, nipoti e parenti vari di sostanze stupefacenti di ogni tipo – ha affermato il Segretario Generale Aggiunto Regionale Giovanni Villa -. Invece di cercare di disintossicarli e dare loro un’opportunità migliore, quello che la polizia penitenziaria si sta impegnando a fare, come tutti i vari operatori dell’amministrazione, continuano a tenerli in una sorta di lembo che, loro pensano, sia un modo per allontanarli dallo status di carcerato, non pensando che così facendo peggiorano solo la loro vita in un posto dove sono tante le persone pronte ad aiutarli. Ancora un ottimo lavoro della polizia penitenziaria che giornalmente si impegna per garantire la sicurezza dell’istituto di Uta".