È stata un successo l’edizione 2019 di Monumenti Aperti a Padria. Due giornate molto intense, quelle di sabato 11 e domenica 12 maggio, che hanno attirato nell’antica “Gurulis Vetus", visitatori provenienti da ogni parte dell’isola per ammirare le tante bellezze paesaggistiche e archeologiche presenti nel territorio.

Un macchina organizzativa che ha funzionato alla perfezione, quella messa in moto dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Alessandro Mura, che non ha lasciato proprio nulla al caso. 

Tra i monumenti aperti: il Convento Francescano, realizzato per volontà della contessa Isabella de Ferrera, dove è stato possibile visitare una serie di mostre, tra cui quella dedicata agli Ornamenti Sacri.

Particolarmente apprezzate anche le visite alle Chiese di Santa Maria degli Angeli, di Santa Giulia, Santa Croce, e San Giuseppe. 

Nono sono mancate le visite all Museo Civico Archeologico, al Complesso Archeologico di Palattu, al Parco dei Tre colli. Spazio anche ai due siti nuragici ubicati nelle immediate vicinanze del paese: il nuraghe Binza il Nuraghe Longu. Un pulmino ha permesso ai visitatori di poter raggiungere in maniera agevole questi due siti.

Non sono mancati gli stand dedicati ai prodotti locali, come quello allestito dal pastifico La Marmora di Antonio Sale e dal nuovo supermercato di Padria, entrambi di recente apertura. Non è mancato un tocco siciliano, grazie agli sguisiti arancini preparati dalle abili mani del cuoco Santo Dominici.

Il ruolo di “Cicerone” è toccato ai tanti bambini che hanno accompagnato i turisti alla visita dei monumenti. Un ruolo attivo è stato svolto anche dall’Info Point, allestito nella biblioteca comunale “Salvatore Sale”. 

Nel corso dell’inaugurazione, il primo cittadino ha voluto rigranziare coloro che si sono adoperati per la riuscita della manifestazione. La parte folkloristica si è tenuta ieri pomeriggio dalle 17.00 con la sfilata dei Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, gruppo folk Is Campidanesas e del coro “Paulicu Mossa” di Bonorva.

Gli ultimi due hanno allietato la serata con balli e canti della tradizione, con la formazione del campidano di Oristano che si è esibita grazie anche all’accompagnamento di Stefano Sotgiu (voce) e Antonello Salis (organetto). Per quanto riguarda i primi, caratteristico il suono dei campanacci e il lancio de “Sa Soha”, la tradizionale fune in giunco.

La leggenda narra che chiunque venga “Catturato” dalla fune, potrà godere di grande fortuna. A questo proposito, come ci ha raccontato un Issohadores, durante una manifestazione in Bulgaria alla quale hanno preso parte, un uomo e una donna vennero catturate da “Sa Soha”. I due sono poi diventati marito e moglie. Anche il centenario del paese, zio Giommaria Delogu, non è voluto mancare alla sfilata.