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Vittoria dei panificatori artigiani contro la vendita del "pane sfuso self service" con l'ultima sentenza del Consiglio di stato. E in Sardegna esultano le 930 attività indipendenti che sfornano 110mila tonnellate di prodotto all'anno.
"Ad appena due anni dalla nostra prima vittoria nella quale entrò il vigore il divieto da parte della Grande Distribuzione di denominare il pane precotto con la dicitura 'Pane Fresco"'- commenta Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - con questa nuova sentenza del Consiglio di Stato, si sancisce il coronamento positivo di un'altra battaglia combattuta nei confronti di una prassi consueta nella grande distribuzione ritenuta -a ragione- a maggior tutela della salute dei consumatori". Un lungo braccio di ferro.
"Questo è l'ennesimo passo in avanti di una situazione che vede i 'piccoli' combattere contro pratiche non corrette che stanno diventando sempre più frequenti e pesanti - commenta Daniele Serra, segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna - e che minano la crescita e la sopravvivenza dei panificatori indipendenti. Una condizione, questa del pane sfuso che metteva i piccoli panificatori in una situazione di grave inferiorità".
Confartigianato Sardegna ricorda come il pane sia un prodotto non "sbucciabile" ne "lavabile" ma che si consuma tale e quale e pertanto deve essere trattato con tutte le precauzioni igienico sanitarie del caso.
"Soprattutto in questo periodo di virus e pandemia è necessario - ricorda l'associazione - ancora di più azzerare i rischi per la salute del consumatore".