Il cardinale Angelo Becciu "va processato secondo la legge vaticana. Un tempo i giudici dei cardinali non erano i giudici di Stato come lo sono oggi, ma il capo dello Stato. Desidero con tutto il cuore che sia innocente. Inoltre, è stato un mio collaboratore e mi ha aiutato molto. È una persona di cui ho una certa stima come persona, cioè il mio desiderio è che ne esca bene. Ma è un modo affettivo di presumere l'innocenza, dai. Oltre alla presunzione di innocenza, non vedo l'ora che ne esca bene. Ora, sarà la giustizia a decidere". Lo ha detto papa Francesco nell'intervista alla radio spagnola Cope, oggi trasmessa in versione integrale.

Alla domanda del giornalista Carlos Herrera su come prevenire in Vaticano il 'peccato intrinseco' della corruzione, il Pontefice risponde che "bisogna mettere in atto tutti i mezzi per evitarlo, ma è una vecchia storia. Guardando indietro, abbiamo la storia di Marcinkus, che ricordiamo bene; la storia di Danzi, la storia di Szoka… È una malattia recidivante".

"Credo che oggi si siano fatti progressi nel consolidamento della giustizia dello Stato Vaticano - prosegue Francesco -. Da tre anni si fanno progressi in modo che la giustizia sia più indipendente, con mezzi tecnici, anche con le deposizioni di testimoni registrati, le cose tecniche attuali, le nomine dei nuovi giudici, il nuovo pubblico ministero... e questo sta portando avanti le cose. E ha aiutato". "La struttura - sottolinea il Papa, a proposito del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato vaticana - ha aiutato ad affrontare questa situazione che sembrava che non fosse mai esistita. E tutto è iniziato con due denunce di persone che lavorano in Vaticano e che nelle loro mansioni hanno visto un'irregolarità. Hanno fatto una denuncia e mi hanno chiesto cosa fare. Gli ho detto: se volete andare avanti dovete presentarla al pubblico ministero". "È stato un po' impegnativo - aggiunge Francesco -, ma sono due brave persone, erano un po' intimidite e poi come per incoraggiarli ho messo la mia firma sotto la loro. Per dire: questa è la strada, non ho paura della trasparenza né della verità". "A volte fa male, e molto, ma la verità è ciò che ci rende liberi - osserva il Papa -. Quindi è stato semplicemente così. Ora, tra qualche anno ne apparirà un altro... Speriamo che questi passi che stiamo facendo nella giustizia vaticana aiutino a far sì che sempre meno accadano questi eventi che... Sì, ha usato la parola corruzione e in questo caso ovviamente, almeno a prima vista, sembra che ci sia". (ANSA).